Missioni Consolata - Aprile 2012

dente della repubblica e primo ministro, ma, al di là degli ac- cordi politici di stabilizzazione, il paese era ancora profondamente traumatizzato. I segni della violenza, d’altronde, erano tutt’altro che cancellati: a Kisumu, città del Kenya occiden- tale sulle rive del lago Vittoria, in pieno centro città gli edifici dati alle fiamme durante il conflitto rimanevano, neri di fuliggine e sventrati, come cicatrici non an- cora rimarginate e pronte a ria- prirsi al primo strappo. Il senso di frustrazione implicito nelle parole di padre Ndong’a de- rivava principalmente dalla con- sapevolezza, condivisa dalla maggior parte dei missionari e degli operatori umanitari attivi in Kenya, che gli scontri post-elet- torali del 2007 – 2008 avevano cause molto più profonde della semplice contrapposizione et- nica, cause che però erano state ampiamente sottovalutate nel loro potenziale distruttivo. Ad essere preso alla sprovvista è stato in effetti un Paese intero, APRILE 2012 MC 69 MC RUBRICHE CRONOLOGIA 2007 - 2012 A ll’indomani della consultazione elettorale del 27 dicem- bre 2007, che vedeva il presidente in carica, Mwai Ki- baki, e il suo principale oppositore, Raila Odinga, con- tendersi la presidenza della repubblica, i sostenitori dello sfi- dante, sconfitto, segnalarono gravi brogli elettorali. Gli osser- vatori internazionali confermarono la presenza di irregola- rità, peraltro distribuendo le responsabilità abbastanza equa- mente fra entrambi gli schieramenti in competizione. Accanto a proteste e manifestazioni pacifiche, scoppiarono vere e proprie cacce all’uomo su base etnica: si registrarono per primi gli atti di violenza contro i Kikuyu, etnia del presi- dente Kibaki, e tribù loro affini, seguite, dopo qualche setti- mana, dalle rappresaglie di questi contro i Luo, gruppo etnico di appartenenza di Raila Odinga, e i loro alleati Kalenjin. Ben presto, anche altri gruppi etnici si lanciarono in schermaglie spesso indistinguibili da semplici, estemporanei regolamenti di vecchi conti. Uno dei più raccapriccianti picchi di violenza fu raggiunto a Eldoret, nella Provincia della Rift Valley, dove centinaia di persone avevano trovato rifugio all’interno di una chiesa che fu data alle fiamme. Nel rogo morirono una quaran- tina di persone, per la maggioranza di etnia kikuyu. In totale, durante due mesi di scontri, le vittime furono più di un mi- gliaio e oltre seicentomila gli sfollati (molti dei quali ancora confinati nei campi creati allora per i rifugiati interni). La crisi si concluse dopo diverse mediazioni internazionali, con l’accordo fra Kibaki e Odinga che portò alla creazione di un governo di coalizione nel febbraio 2008. Nel corso degli ultimi quattro anni, il Kenya si è dotato di una nuova costituzione ed è stata istituita una «Commissione per la verità, la giustizia e la riconciliazione» per fare luce sui cri- mini commessi durante gli scontri. Lo scorso gennaio, il Tribu- nale Penale Internazionale ha incriminato quattro dei sei esponenti politici indagati per crimini contro l’umanità. Le prossime elezioni sono previste fra la fine del 2012 e l’inizio del 2013. (Per una ricostruzione dettagliata della crisi post-elettorale si veda l’articolo di Marco Bello, Quando gli elefanti lottano , MCmarzo 2008) # Da sinistra, in senso antiorario: gennaio 2008, campo rifugiati a Molo; vescovi cattolici in visita a un campo di rifugiati; distruzioni per le vie di Nakuru; agosto 2009, assemblea di rifugiati in un campo sulla strada Nakuru-Nairobi. © Omwoyo Omwoyo - 2008

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