Missioni Consolata - Aprile 2012

Nel 2011, le violenze con- tro le minoranze non isla- miche sono state fre- quenti. Si sono contate numerose vittime e molti cristiani sono fuggiti al- l’estero. Parlare di intol- leranza religiosa è facile, ma non sempre corretto. Spesso dietro le violenze ci sono i giochi del pote- re. Ieri Mubarak, oggi i militari hanno tutto l’inte- resse a distrarre gli egi- ziani dai problemi della quotidianità. Nel frattem- po, in attesa delle elezio- ni presidenziali, la «rivo- luzione» langue. EGITTO TESTO E FOTO DI COSIMO CARIDI LE MINORANZE CRISTIANE E L’ISLAM LA RELIGIONE DEL POTERE I l Cairo. Le recenti tornate elettorali, in tutti i paesi del nord-Africa, hanno portato al potere i partiti di matrice isla- mica. Marocco, Tunisia ed Egitto si sono scoperti conservatori più di quanto ogni analista avesse anticipato. La Camera bassa del Parlamento egiziano è composta per il 40% dai rappresentanti del partito Libertà e Giustizia (co- stola politica del movimento dei «Fratelli Musulmani » ) e per il 28% dagli eletti nelle file del partito salafita di Al Nour . La svolta islamica del paese, dopo la caduta di Mubarak, ha messo in fuga decine di migliaia di cri- stiani. In Egitto vivono 83 milioni di per- sone di cui circa un decimo sono di fede cristiana. Questi dati sono però approssimativi. Infatti, nell’ultimo censimento, di inizio anni Ottanta, il dato sulla con- fessione religiosa non è conside- rato attendibile. La maggioranza dei cristiani appartengono alla Chiesa di Alessandria d’Egitto, e vengono chiamati copti, al-Qubat in arabo. Questa denominazione viene dal greco aiguptioi e defi- niva i discendenti cristiani degli antichi egizi, che nel VII secolo non si convertirono all’islam, dopo la conquista del paese da parte degli arabo-musulmani. Dopo secoli di discriminazioni, la situazione dei copti inizia a mi- gliorare a cavallo tra ’800 e ‘900. Le prime violenze interconfes- sionali del dopo-Mubarak si re- gistrano il primo gennaio 2011: ad Alessandria un attentato sui- cida uccide 21 persone e ne feri- sce altre 79 alla messa di fine anno. Nei mesi successivi si re- gistrano altre violenze: l’8 marzo in un quartiere periferico della capitale ci sono 13 morti: 7 cri- stiani e 6 musulmani. Sono in- vece 12 i morti l’8 maggio, a causa degli attacchi nei confronti di due chiese nei sobborghi del Cairo, ma l’episodio più cruento avviene a inizio autunno. Centi- naia i feriti e 36 morti è stato il bilancio degli scontri avvenuti il 9 ottobre al Cairo nelle vicinanze di Maspero, nome della torre della radio-televisione pubblica egiziana situata sul lungo Nilo del Cairo. I giornali di tutto il mondo hanno raccontato questi scontri come l’apice della vio- APRILE 2012 MC 63 # Il Cairo: agenti antisommossa schierati a difesa del ministero degli Interni nei giorni successivi al massacro di Port Said (1 febbraio 2012).

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