Missioni Consolata - Ottobre 2010

INDONESIA E MALAYSIA 30 MC OTTOBRE 2010 tesa da molti. Baasyir, che in passato aveva scontato quasi due anni di carcere per il coin- volgimento negli attentati di Bali (1) aveva continuato a operare sotto la copertura di attività cul- turali e benefiche. Se si escludono pochi pesan- tren (2) , come quelli in cui si sono in parte formati i terroristi dina- mitardi che hanno colpito a Bali e Giacarta e i loro ispiratori oggi in carcere o alla macchia, sono pochi gli ambiti in cui i radicali religiosi hanno rifugio e pubblico disposto a dare loro ascolto. L’ISLAM, TRA PASSATO E PRESENTE Gli indonesiani sono 237 milioni, sparsi su 17mila isole (un mi- gliaio abitate) che coprono quasi due milioni di chilometri quadrati di terra e mare, «ponte» ideale tra Asia e Oceania, 250 etnie e decine di lingue... Ha ancora un senso oggi lo slogan motto Bhin- neka tunggal ika , «Unità nella di- versità», coniato oltre cinquan- t'anni fa da Sukarno ( leggere box ) e imposto a un costo altissimo al- l’intero arcipelago? Lo sposta- mento forzato di milioni di indo- nesiani in aree remote per ri- durre la pressione demografica su Java e le isole limitrofe come molte scelte fatte in nome dell’«unità nazionale», hanno portato (se si escludono la stan- dardizzazione del sistema scola- stico e la diffusione di una lingua nazionale, Bahasa Indonesia ) po- chi dei benefici previsti, anche I 5 PRINCIPI DEL «PANCASILA» I VERI PILASTRI DELL’INDONESIA A hmad Sukarno (1945-1967) fu primo presidente del- l'Indonesia indipendente, che liberò da olandesi e giapponesi. La sua costruzione di uno stato unitario fu caratterizzata da forte spirito nazionalista e in- sieme terzomondismo verso l'estero, dalla ricerca di un potere indiscusso all'interno. Il successore, Mohammad Suharto (1967-1998), ha segnato la storia dell'Indonesia moderna. Pi- glio autocratico e soprattutto spregiudicatezza nel favorire le forze al momento più utili a sostegno del suo potere, a partire dai militari, è stato responsabile di una redistribuzione for- zata della popolazione e di dure repressioni contro i cinesi lo- cali e contro i comunisti. Indebolito per avere sedato con la forza la protesta studentesca nella primavera 1998 e per le ac- cuse di clientelismo e corruzione, fu costretto a dimettersi dalla presidenza nel maggio di quell'anno. Sia Sukarno che Su- harto sono stati protagonisti dell’affermazione del «Panca- sila», l’ideologia di stato sintetizzata nel motto Bhinneka tunggal ika, «Unità nella diversità». Il «Pancasila», traducibile con «Cinque Principi», ha finora tenuto insieme un arcipelago di 17mila isole e due milioni di chilometri quadrati di territorio, riconosce pari dignità e peso legale a musulmani, cattolici, protestanti, hindu e bud- dhisti. A distanza di 65 anni resta una diga insormontabile al fanatismo religioso, ma anche a un Islam politico che resta marginale in parlamento però guadagna terreno nel rivendi- care un ruolo nella vita pubblica puntando, più che su neces- sità e problemi locali, sui varchi lasciati aperti dall’interpre- tazione delle leggi. Puntando sulla carta della solidarietà pa- nislamica, insieme strumento di identità e porta aperta al fondamentalismo. Proposto per la prima volta da Muhammad Sukarno in un suo discorso del 1945, il Pancasila promuove nazionalismo, umani- tarismo, governo rappresentativo, giustizia sociale, tolleranza religiosa. A fare in qualche modo da contenitore o sovrastrut- tura è la cooperazione comunitaria, cavallo di battaglia del presidente Suharto, che tuttavia troppo spesso è diventata pretesto per privilegi di gruppi e regioni rispetto ad altri. Negli ultimi anni il Pancasila è diventato parte dei curricula di studi di ogni livello e a tutte le or- ganizzazioni in Indonesia è stato chiesto di preve- derlo come base delle loro attività. Un passo visto da molti come espressione e volontà di imporre un’ideologia che dovrebbe essere, prima di tutto, condivisa. Da qui perplessità e proteste, a partire da alcuni settori islamici che non ritengono ac- cettabile che un’ideologia di fatto laicista venga a sovrapporsi (magari a imporsi) ai dettami reli- giosi. Per altri, di estrazione laicista, il Pancasila ha perso da tempo il suo intento unitario e demo- cratico per diventare, sotto Suharto, uno stru- mento di sostegno del regime, con un forte ac- cento sulla lealtà verso il potere. Stefano Vecchia

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