Missioni Consolata - Ottobre 2010

gio di una grande maggioranza di moderati, non è solo un dato folcloristico o culturale. La gara tra arretratezza e benessere è oggi giocata anche sul ruolo del- l'islam, su cooperazione e inve- stimenti dai paesi del Golfo e sulla percezione che dell'islam indonesiano hanno i partner oc- cidentali e asiatici. Nell'attesa, e mentre cresce l'impegno di Giacarta a contra- stare le centrali jihadiste che qui hanno portato a segno alcune delle operazioni di maggiore vi- sibilità e più sanguinose per quanto riguarda il Sudest asia- tico, il paese promuove le sue di- verse fedi, ciascuna con sfuma- ture e varianti. Promuove so- prattutto un’umanità di molte et- nie, lingue e culture, che nel corso della storia hanno saputo convivere con un islam tollerante e per questo facilmente condi- viso. I dati di un sondaggio su scala nazionale di qualche tempo fa mostravano con chiarezza come la maggioranza dei musulmani indonesiani ritengano il modello di «Stato laico», che da oltre sessant’anni li governa, sia mi- gliore rispetto al modello di «Stato confessionale islamico». Ci sono tuttavia crescenti timori verso l'azione di gruppi fonda- Amin, esponente del “Consiglio degli Ulema indonesiano” (Mui) – ci siamo resi conto che le pre- ghiere erano rivolte alle coste della Somalia e del Kenya. Per questo suggeriamo di indirizzarsi più a Nord-Est». Nessun problema concreto però, secondo gli esperti di diritto isla- mico, che hanno tranquillizzato i correligionari suggerendo che l'er- rore di calcolo non condiziona la capacità di Dio di ascoltare le pre- ghiere sincere. «Dio comprende gli errori umani», ha detto Amin. In una nazione dominata dal se- colarismo come l'Indonesia, che al contempo è il più popoloso paese islamico con i suoi 240 mi- lioni di abitanti all'85 per cento seguaci di Muhammad, le fatwa hanno un valore simbolico, e l'a- desione al loro dettato è volonta- ria, tuttavia, come hanno dimo- strato in tempi recenti, suscitano se non proprio ampio seguito al- meno controversie destinate a durare. Recenti quelle sull’uso del termine Allah su media cri- stiani e di altre minoranze, sulla proibizione del fumo e della pra- tica della disciplina dello yoga. LA DIFESA DELLO «STATO LAICO» Va tuttavia osservato che l'isla- mismo indonesiano, appannag- mentalisti che operano per l'im- posizione della sharia , la legge di ispirazione religiosa, come già è per la provincia di Aceh, pas- sata in pochi mesi nel tragico dopo-tsunami del Natale 2004 da un controllo quasi coloniale da parte di Giacarta ad una auto- nomia affidata agli ex guerri- glieri del Gam ( Gerakan Aceh Merdeka, Movimento per l’Aceh libero ) con al centro l'islamizza- zione della vita pubblica. Una si- tuazione vista da molti musul- mani moderati come una minac- cia per l’integrità nazionale. Come una minaccia è vista la pressione fondamentalista colle- gata alle centrali del terrorismo regionale e mondiale. L'arresto il 9 agosto scorso di Abu Bakr Baasyir nella roccaforte integra- lista di Ciamis, Java orientale, è un'iniziativa da lungo tempo at- OTTOBRE 2010 MC 29 MC ARTICOLI # In alto: due foto della storia politica dell’Indonesia; sopra, Mohammad Suharto, presidente dal 1967 al 1998; sotto, Ahmad Sukarno, presidente dal 1945 al 1967.

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