Missioni Consolata - Dicembre 2009

redazione@rivistamissioniconsolata.it MC DICEMBRE 2009 9 al paese in tempi di con- flitto, attraverso l’appar- tenenza alle forze arma- te. A giudizio personale di chi scrive, al contrario, soltanto una posizione di totale astensione dall’u- lettera concordi su que- sto punto. Soltanto po- che settimane fa la chie- sa ha beatificato un grand’uomo, Don Carlo Gnocchi, cappellanomili- tare degli alpini durante la Seconda GuerraMon- diale e, dopo il 1945, a- postolo delle vittime di quel conflitto. Anche la parabola esistenziale di Don Gnocchi si confronta con questa apparente di- cotomia: da una parte la passione per i suoi alpini, dall’altra l’amore viscera- le per i «mutilatini». Le parole del nostro lettore, del resto, lasciano traspa- rire il tentativo sicura- mente non facile di con- ciliare l’essere cristiano con il servizio che svolge Caro Paolo, quantohai scritto sudi noi inMC rispecchiamoltobene ciò che stiamo facendo dal 2004 per superare l’idea di manicomio. U- na sola osservazione: la foto dell’elettroshock, prima della pa- gina su «ColoniaMontes deOca»,potrebbe venire associata al- la pratica nella nostra istituzione.Non è così,da quando ne so- no il direttore (2004), l’elettroshock non è stato utilizzato in nessuna maniera. Ti mando alcune foto dei nuovi padiglioni dipinti e divisi dei Centri diurni di Montes deOca e delle riforme fatte in quello di Yenú Aiken;alcune foto di «utenti» delle nostre case e unità re- sidenziali e dell’ultima casa «che abbiamo affittato nella co- munità»: Los Tilos, dove vivono 6 pazienti, prima alloggiati nel padiglione n. 6, e 3 giocatori della nostra squadra di pallone. Presto trenuove case saranno incorporateene siamo tuttimol- to entusiasti: a poco a poco estendiamo il terreno del manico- mio. Un abbraccio. Jorge Rossetto psicologo, direttore ColoniaMontes deOca Caro Paolo, ho ricevuto l’articolo e mi sembra molto oggettivo e onesto, poiché presenta un’informazione veritiera, includendo aspetti positivi e anche negativi: non c’è bisogno di nasconderli.Que- sta deve essere la missione del giornalista onesto e credibile. Almeno la penso così, soprattutto vedendo nel mio paese tan- ti giornalisti opportunisti,che si vendonoper pochi denari (co- meGiuda) per disinformareo ingannare i lettori.Mi sembra che ti avevo detto, all’inizio dell’intervista, che non mi piace parla- re con i giornalisti, sono allergico ad essi,perché scrivono sem- pre quello che conviene ai loro interessi; ma devo ammettere che mi hai chiuso la bocca.Ti auguro buona fortuna. Continua su questa linea: forse non diventerai ricco,ma il riconoscimen- to sociale e personale nonha prezzomateriale.Un cordiale ab- braccio. JoséMario Romé medico responsabile riabilitazione aMontes deOca Caro Paolo, ricordo l’incontroavuto,le idee scambiatee le tentazioni nel re- partodei dolci.Questo spazioè statoampliato,per produrre al- tri dolci e conserve; tutto funziona con il gruppo che si è anda- to formando in quasi quatto anni.Stiamo per installare una ra- dioe vogliamo che sia a serviziodi tutta la comunità.Grazieper l’articolo inviatoci: è sempre interessante sentire il parere altrui e sapere che altri difendono ciò che hanno realizzato e ciò che noi cerchiamo di fare, in una società alquanto difficile,ma che è di tutti, per cui è necessariomettersi dentro.Un abbraccio. Gladys Chutte psicologa del Centro diurno di Montes deOca Caro Paolo, grazie per il bell’articolo. Insieme agli amici italiani Raffaele e Ugo (Zamburru, psichiatra, ndr ) stiamo progettando di lancia- re un «Caffè Basaglia» qui nella grande casa.Tra lotte e annun- ci di sciopero non si sa bene che cosa capita,ma noi continuia- monei nostri programmi,perché ci crediamoe sono la sola for- ma idonea di relazione con la pazzia. Rimaniamo in contatto. Federico Bejarano psicologo dell’Ospedale Borda,Buenos Aires Caro Paolo, sono emozionata al pensare che,grazie al tuo lavoro,possa es- sere conosciuto nel mondo il nostro Centro Patas Arriba e ciò che stiamo facendo insieme agli amici italiani per l’integrazio- ne sociale e contro l’emarginazione.Mentre voi lottate contro chi attacca la legge e i dispositivi cheposero fine almanicomio e la detenzione cronica e difendete tale conquista, noi, nel no- stropaese,stiamo cercandodi camminare inquesta direzione. Insieme possiamo costruire il Patas Arriba e certamente potre- mo fare molto di più in futuro. C’è infatti molto da fare, sia so- stenendo e diffondendo le esperienze validissime che esisto- no e hai potuto conoscere qui,siamoltiplicando varie forme di cambiamento nella società. L’iniziativa Patas Arriba ha cercato di promuovere il cambio culturale necessario affinché nessuno creda più che ci sia bi- sogno di luoghi di chiusura cronica, mentre invece sono ne- cessari i dispositivi socio-sanitari che sostituiscono i manicomi e permettano a ogni comunità di farsi carico dei pazienti.Gra- zie per il tuo lavoro ed entusiasmo. Carmen Caceres presidente associazione Adesam,Buenos Aires (MC LUGLIO - AGOSTO 2009, PP . 57-65) D AI MANICOMI DI B UENOS A IRES Il dott. José Mario Romé. >>

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