Missioni Consolata - Dicembre 2009

24 MC DICEMBRE 2009 GABON bonesi stanno già esaurendosi (si veda MC luglio-agosto 2008).Gli e- sperti hanno calcolato che il picco della produzione sia stato toccato nel 1995 quando il Paese estraeva 365 mila barili al giorno.Dieci anni più tardi la produzione era scesa a 250 mila barili. La preoccupazione per l’esaurimento del petrolio è sta- ta (in parte) attenuata dalla scoperta di nuovi giacimenti off shore . Le riserve, che nel 1988 erano di 600 mila barili, sono infatti cresciute nel 1998 a 2,5 miliardi di barili per poi attestarsi (con una diminuzione, ma senza un vero crollo) a due mi- liardi di barili nel 2008. «Queste riser- ve - spiega il missionario - hanno fat- to tirare un sospiro di sollievo ai ga- bonesi. In questo nuovo business oltre alle multinazionali petrolifere francesi (Elf ) e inglesi (Shell) dovreb- be entrare anche l’Eni. La società ita- liana ha il knowhow necessario per estrarre il petrolio inmare, non solo, ma ha anche una esperienza decen- nale nelle acque del vicino Congo. Non è un caso che recentemente i tecnici italiani sono tornati a Libre- ville per preparare l’arrivo della so- cietà in Gabon». Arrivano i cinesi Sulla scena economica gabonese da alcuni anni è apparso anche il dragone cinese.Affamato di materie prime (petrolio,ma anche uranio, la cui estrazione un tempo era mono- polio della sola Francia), Pechino si è presentata con il volto nuovo di un paese che non ha mai colonizzato l’Africa e che è disposto anche a rea- lizzare quelle infrastrutture necessa- rie alla modernizzazione del Gabon (si veda MC dicembre 2007). «I cinesi - osserva il missionario - sono dappertutto. In cambio del pe- trolio (già oggi acquistano il 20% del greggio del Gabon) costruiscono strade, ponti, ferrovie, ecc. I gabonesi ne sono entusiasti.C’è da dire che le infrastrutture realizzate dai cinesi valgono poco.Molti ponti e strade, costruiti solo qualche anno fa, sono già inservibili. In ogni caso,molti e- sperti ritengono che la Cina abbia già scalzato il primato economico francese». L’arrivo dei cinesi ha un po’ raf- freddato i rapporti tra Gabon e Fran- cia. Una relazione che si è incrinata ulteriormente per «colpa» della ma- gistratura francese (ma senza avallo del governo) che ha aperto quattro inchieste a carico di Omar Bongo Ondimba per affari poco chiari che lo vedevano coinvolto in prima per- sona. L’ultima è un’accusa di malversa- zione di fondi pubblici, reato che lo vedeva imputato insieme a Denis Sassou Nguesso (presidente del Congo Brazzaville e suocero di Bon- go) e a Teodor Obiang Nguema (presidente della Guinea equatoria- le). Per questomotivo, Bongo, quan- do si è ammalato, ha deciso di farsi curare in Spagna. «La paura che in Francia potesse essere arrestato - osserva il missionario - era troppo forte. Le inchieste spaventavano il clan Bongo. Per questo è stato rico- verato a Barcellona ed è morto là». Con la scomparsa del patriarca si pensava si potesse scatenare una lotta per la successione. Bongo infat- ti non aveva mai indicato un erede tra i suoi 30 figli. Invece è subito e- mersa la figura di Ali Ben, già mini- stro della Difesa nel governo guida- to dalla sorella Pascaline.Ali Bongo, 50 anni, una laurea alla Sorbona, non ha però il fiuto politico del pa- dre. «Qualcuno - osserva il missiona- rio - ha fatto un parallelo tra la suc- cessione inTogo tra Gnassingbe e Faure Eyadema e quella in Gabon tra Omar e Ali Bongo.Niente di più sbagliato. Faure è sì subentrato al padre conmanovre poco chiare,ma almeno ha una visione politica.Ali no». «Pressing» francese La Francia anche questa volta ha influenzato le elezioni politiche che si sono svolte il 30 agosto. Inizial- mente l’ entourage di Sarkozy si è di- chiarato neutrale.Ma, negli ultimi giorni, alcuni collaboratori del presi- dente hanno rilasciato dichiarazioni di sostegno al figlio di Bongo. «È neutralità - si chiedono i re- sponsabili dell’associazione france- se Survie, da anni in prima linea con- tro la Françafrique ( www.survie.org ) - che Robert Bourgi, uno dei consi- glieri di Sarkozy, abbia sostenuto pa- lesemente Ali Bongo? È corretto che negli stessi giorni il Segretario di Stato alla cooperazione Alain Joyan- det minacciasse i gabonesi con que- ste parole: “se malauguratamente gli interessi francesi saranno turbati, automaticamente interverremo con le nostre truppe sul posto”?». L’intervento non è corretto,ma ha prodotto il risultato che Parigi si a- spettava: Ali Ben Bongo ha vinto le elezioni. La conferma arriva il 13 ottobre dalla Corte Costituzionale, alla quale erano stati depositati undici ricorsi. Ali Bongo Ondimba si impone con il 41,79% dei voti sconfiggendo gli avversari più temibili: Pierre Mam- boundou (25,64%) e André Mba O- bame (25,33%). Tre giorni dopo il giuramento davanti all’Assemblea Nazionale (parlamento): un altro Bongo è arrivato al potere. Parigi è tranquilla. ■ Stazione di benzina a Libreville presidiata dai militari dopo i disordini post elettorali (6/9/2009).

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=