Missioni Consolata - Settembre 2009

MISSIONI CONSOLATA Terra abbiamo imparato a leggere la nebbia, il freddo e il calore, le piccole scosse della terra e le eclissi; ad inter- pretare il suono dei ruscelli e parlare al vento che esce dai pozzi naturali e dai fiumi sotterranei.Nel dialogo con gli elementi abbiamo imparato ad interpretare gli spazi e da lì, a pianifi- care le attività dell’anno.Veneriamo la relazione con le nostre terre e con le nostre acque e per questo siamo organizzati collettivamente, e sap- piamo che il giorno in cui questa morirà,morirà anche la nostra terra portandosi via le sue risorse.Per questo conserviamo le nostre dan- ze. Perché attraverso di esse parlia- mo con l’acqua e possiamo chieder- le di scendere dal cielo». Queste parole di pura poesia pro- vengono dal «Manifesto de Los Pue- blos de Morelos», redatto nel 2007 in occasione di un grande congresso delle popolazioni indigene dello sta- to. Un quarto di secolo fa infatti, alcu- ne comunità indigene di Morelos si sono spontaneamente unite - indi- gnate per il sopruso che stava di nuovo avvenendo sotto i loro occhi e a loro danno - per tentare di argi- nare il frazionamento della propria terra e l’inquinamento delle loro ac- que. In principio, furono 13, i pueblos , che si unirono in un congresso: i «13 Pueblos en defensa del agua, el aire y la tierra». «Ci chiamano terroristi e criminali» Saul Roque Morales, in testa ad un folto corteo,dice: «Siamo indigeni, parliamo nahuatl , veniamo dalla co- munità di Morelos, e per questo di- ciamo al segretario di Governo che guardi bene quanto siamo terroristi, che guardi bene quanti criminali ci sono fra di noi,perché ci mandi poi i suoi elicotteri ed il suo esercito per farci paura.A noi che solo chiediamo di difendere la nostra acqua». Quando parla,Don Saul tiene sempre la stessa espressione imper- turbabile di chi conta le nuvole all’o- rizzonte, e il tono della voce non s’in- crespa mai.Giusto quando parla del suomatrimonio,della sorpresa che la sua gente fece agli sposi, organiz- zando una festa con cibo e fiori; della MC SETTEMBRE 2009 63 moglie, che sembrava essere afflitta da unmale incurabile e poi fu guari- ta dallo sciamano del villaggio vici- no. Allora sì, s’addolciscono i suoi tratti. Sennò, alle adunate e di fronte al- l’esercito armato, alle riunioni e ai convegni in giro per il mondo, il suo viso di contadino, di rivoluzionario, di saggio e di coraggioso, si muove sempre dentro un’espressione e- terna. È considerato il capo spirituale della popolazione di Xoxocotla, una piccola cittadina di qualchemigliaio di abitanti.Oggi è anche il referente politico di unmovimento che arriva a contare 800.000 persone in tutto lo stato di Morelos:praticamente, metà della popolazione. Quando Don Saul aveva pronun- ciato quelle parole era il luglio dell’85. L’esercito era intervenuto da pochi giorni con violenza sproposi- tata per sedare lemanifestazioni - pacifiche -, che i 13 popoli di More- los avevanomesso in atto per op- porsi alla costruzione di un enorme complesso abitativo che voleva sor- gere esattamente sopra i quattro ba-

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