Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2008

MC OTTOBRE-NOVEMBRE 2008 97 MONOGRAFIA / Diritti & rovesci ma sua opera, commissionata dai dirigenti della resistenza francese in vista della ricostruzionemorale e politica della Francia ancora occupata dai nazisti,porta il seguente titolo: «Preludio ad una dichiarazione dei doveri verso l’essere u- mano». Così inizia: «La nozione di obbligo sovrasta quella del dirit- to, che le è relativa e subordinata.Un diritto non è efficace di per sé,ma solo attraverso l’obbligo cui esso corrisponde; l’adempimento effettivo di un diritto non proviene da chi lo possiede,bensì dagli altri uomini che si riconoscono,nei suoi confronti,obbligati a qualcosa.L’obbligo è efficace al- lorché viene riconosciuto.L’obbligo,anche se non fosse ri- conosciuto da nessuno,non perderebbe nulla della pienez- za del suo essere.Un diritto che non è riconosciuto da nes- suno non valemolto...». «L’oggetto dell’obbligo,nel campo delle cose umane,è sempre l’essere umano in quanto tale.C’è un obbligo verso ogni essere umano,per il solo fatto che è un essere uma- no... L’obbligo è adempiuto soltanto se il rispetto è effetti- vamente espresso, inmodo reale,non fittizio; e questo può avvenire soltantomediante i bisogni terrestri dell’uomo». Se consideriamo l’individuo umano nel suo sbocciare o alla sera della vita quando diventa dipendente,viene alla luce chiaramente il suo «essere nel bisogno», che appella ad una presa in carico senza la quale è perduto.All’alba e al tra- monto semplicemente appare «la condizione umana», la povertà esistenziale, che ciascuno porta con se,anche nel momento della piena autosufficienza.Se vienemeno l’as- sunzione di responsabilità da parte di chi ne ha l’obbligo,o da altri che lo sostituiscano, il suo «diritto» alla vita ed alla cura viene frustrato.Solo nell’adempimento di questa rela- zione si realizza il rapporto umano e la creatura viene rico- nosciuta e favorita nel suo diritto alla vita.Quando questa relazione è spezzata si apre la voragine della disumanità che può diventare abissale,magari anchemascherandosi dietro la proclamazione dei diritti umani. È l’altro aspetto: usare i diritti umani come una bandiera, quindi come uno strumento di potere e di egemonia, corre- lato con l’uso della forza.Essi vengono sottratti all’ordine delle finalità per essere impiegati comemezzi di potere.È quanto viene ben documentato,ad esempio,daTodorov, nell’ambito dei rapporti internazionali.L’Occidente, la Nato impugnano i diritti dell’uomo,non per una loro valenza u- niversale, ma come uno degli strumenti dell’uso della for- za, sino al paradosso della «guerra umanitaria», che con- sente di massacrare i civili innome dei principi umanitari . La lezione che insegna la storia recente è la seguente: «Le violazioni dei diritti umani saranno impedite,ma solo nei paesi che non sono nostri alleati; questi ultimi possono fare delleminoranze ciò che vogliono...La lezione, in altri termi- ni, è la seguente: avete tutto l’interesse amettervi dalla parte della forza». E mblematicoè il funzionamentodelTribunalepenale inter- nazionaleper laexJugoslavia,insediatoall’Aianel 1993, chedovrebbeproclamare il dirittosopra le frontiere.Sui crimi- ni commessi inBosniahapresodimiraserbi,croati,bosniaci. Quando nel 1999 l’organizzazione umanitaria HumanRi- ghtsWatch indirizzava una lettera a Solana, segretario ge- nerale della Nato, segnalando violazioni del diritto interna- zionale per l’impiego della forzamilitare contro obiettivi ci- vili, la risposta del portavoce fu la seguente: «I paesi della Nato sono quelli che hanno fornito i soldi per istituire il Tri- bunale, noi siamo tra i finanziatori di fondi maggioritari» e più tardi il nuovo procuratore del tribunale confermava l’interpretazione: «La signora Del Ponte ha rilevato che il Tribunale aveva compiti più urgenti che perseguire i diri- genti occidentali che sono stati i maggiori sostenitori».È e- vidente che «la parzialità del tribunale, il suo desiderio di servire gli obiettivi militari dei suoi finanziatori, intacca se- riamente la credibilità delle sue decisioni». Un tale sequestro dei diritti umani significa semplicemente che «il diritto è solo uno degli strumenti della forza». La proclamazione dei diritti dell’uomo se non è ergaomnes , cioè rivolta effettivamente a tutti,è una grandemenzogna. La cartina di tornasole sono i più deboli,quelli che non han- no potere da esibire: su di loro vamisurato il rispetto e la promozione dell’umanità nella sua concretezza esisten- ziale. Quando non è così,allora la loro proclamazione viene usata come una clava contro un nemico da abbatte- re, per affermare che l’altro è disumano , requisendo per la propria parte l’essere umani. Questo vale a livello internazionale, come nelle rela- zioni interne ad ogni paese.È la solita tecnica con cui si crea la figura del nemico, individuato nel «diverso» ( per religione,nazione, colore, lingua ecc. ) che viene svestito di qualunque umanità,di qualsiasi bisogno comune ad ogni essere umano, identificato sempli- cemente nel suo essere «alieno». S embrachestiamoprecipitando,come trascinati da unaslavina,inunclimasemprepiù impastatodi di- sumanità ripudiandoodimenticando,innomedi par- ticolarismi di tutti i tipi,lanostracomuneumanità. Con laperditadimemoriadellanostrastoriaanche recente. È il momento di porre al centro il messaggio che nel 1955 Einstein indirizzava a tutta l’umanità: «Noi rivolgiamo un appello come esseri umani ad esseri umani: ricordate la vostra umanità e di- menticate il resto». R OBERTO F IORINI

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