Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2008

98 MC OTTOBRE-NOVEMBRE 2008 ITALIA ED EUROPA l’ultimo Sinodo della Pentarchia te- nutosi a Costantinopoli nel 1872, ab- bia condannato il filetismo, cioè il principio nazionale o etnico nell’or- ganizzazione della chiesa; cionono- stante fa scandalo che a tutt’oggi ci siano cristiani che vogliono brandire il Vangelo come arma di difesa di una cultura contro le altre,di una storia contro altre storie; cristiani che hanno dimenticato di essere ospiti e che vogliono farla da padroni, in un paese, l’Italia, affetto da una sorta di talassemia etica. Un paese senz’anima in uno stato senza diritto, con un popolo senza i- dee né ideali che si esaurisce nella fi- gura del «consumatore».Consumia- mo beni e bellezze, religione e diritti a tal punto da restarne senza. E sen- za la possibilità di riprodurli e rige- nerarli. Questa, l’immagine dell’Italia all’occhio disincantato di quanti hanno ancora a cuore il diritto e la giustizia, l’amore per i piccoli e gli in- difesi. Di fronte a questa pericolosa in- versione a «U» che la società italiana sta compiendo, assecondata e favo- rita dalla religione fascista delle i- dentità e delle paure e benedetta - lo dico da prete - dalla politica con- dominiale del Vaticano, trovo quan- tomai attuale il richiamo di un guer- rigliero ed il sogno di unmonaco. «Se senti - diceva Che Guevara - il dolore degli altri come tuo, se l’in- giustizia sul corpo dell’oppresso è l’ingiustizia che ferisce anche la tua pelle, se la lacrima che cade dal volto disperato sarà la lacrima che anche tu versi, se il sogno dei disperati di questa società crudele e senza pietà sarà il tuo sogno di una terra pro- messa, allora avrai vissuto la solida- rietà essenziale». Scrive Enzo Bianchi (3): «Se la chie- sa resta fedele al suo Signore e alla sua volontà che l’ha plasmata, si strutturerà nella povertà che le con- sentirà di discernere i poveri e di es- sere da loro riconosciuta, sarà capa- ce di accogliere gli stranieri in piena fedeltà alla sua comunione plurale, e non si lascerà imprigionare dalla se- duzione del nazionalismo,delle logi- che di patria e dell’identificazione su base etnica. Solo così la chiesa potrà essere un segno,povero e debole eppure estremamente limpido,del Regno che viene, in cui tutte le genti prenderanno finalmente parte alla benedizione donata da Dio ad Abra- mo, il padre dei credenti, il prototipo di colui che attende la salvezza». ■ (1) Vedi InterCulture n.5,2006. (2) Cfr. laparaboladel fariseo. (3) EnzoBianchi, Ero straniero emi avete o- spitato, Rizzoli 2006,pag.59. Un paese senz’anima, uno stato senza diritto Accostato all’orfano e alla vedova, lo straniero, nella Bibbia, fa parte di quei «senza dignità» che vivono nel bisogno, nella povertà, nella preca- rietà e quindi nella dipendenza.Co- loro sui quali va posato con una par- ticolare «preferenza» l’occhio del credente.Dal Dio della Genesi che pone un segno su Caino, il delin- quente errante,perché nessuno ab- bia a toccarlo, a Gesù di Nazareth che si identifica con lo straniero («Ero straniero emi avete ospitato»), quello dell’attenzione e dell’ospita- lità verso l’emigrante è una costante non scorporabile dal messaggio bi- blico e, in particolare, evangelico.Co- sì come, in negativo, riecheggia alti- sonante la maledizione verso coloro che disprezzano il forestiero,dal «Maledetto chi lede il diritto dello straniero!» (Deut. 27,19) al «Lontano da me,maledetti,...Perché ero stra- niero e non mi avete ospitato» (Mat- teo 25). A tal punto è discriminante il riferi- mento allo straniero che, come ap- pena accennato, lo stesso cristiano è ritenuto straniero nella sua patria. L’apostolo Pietro, ricordando la con- dizione dei padri ebrei riassunta nel- l’endiadi «stranieri e ospiti»,defini- sce i cristiani proprio con questi ter- mini «stranieri e pellegrini» ( paroikoi kai parepidemoi: 1Pt. 2,11). È, sì, antica la tentazione di sacrifi- care l’universalismo cristiano al nar- cisismo autoreferenziale del religio- so (2); come pure è significativo che Gli occhi (parlanti) di una bimba rom. Sotto: fiamme al campo nomadi di Ponticelli (Napoli), fatto oggetto di attacchi e violenze (maggio 2008).

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