Missioni Consolata - Maggio 2008

MISSIONI CONSOLATA miglior modo possibile, dando la priorità alle cose che veramente contano». «ASCENSORI DELL’ANIMA» Ma se le cure palliative servono a prendersi cura fisicamente ed emo- tivamente del paziente e della fami- glia, esiste da qualche parte una «palliazione» dell’anima? Ne parliamo con Gianpaolo Pao- letto, 41 anni, cappellano dell’ospe- dale Molinette (San Giovanni Batti- sta di Torino) e assistente spirituale in hospice Faro. «Il nostro tempo è caratterizza- to dall’incapacità del non fare. È un tempo inscatolato in cui di- venta fattore ansiogeno trovare uno spazio libero per la mente e per il cuore. La profondità di noi stessi è ciò che più inquieta l’uomomo- derno. Che anche di fronte alla morte continua a ricercare l’a- zione per far finta che nulla di trascendentale si stia verifican- do». Quale potrebbe essere allora un accompagnamento spirituale per l’uomo che sta compiendo i suoi ultimi passi? «Smettere di vivere la vita in una prospettiva orizzontale, prendere l’ascensore in salita e in discesa, per accedere a quei meandri interiori del nostro io assoluto, che mai come in quel momento dovremmo cono- scere. Solo così è possibile una sorta di pacificazione, seppur estrema- mente difficile. Non è compito dell’uo- mo di fede indottri- nare il malato terminale ma è parte della sua missione aiutare a trovare delle risposte, a chiarire alcuni inter- rogativi sulla vita e sulla sofferenza. Questo lo si può fare solo se si fuo- riesce da una rigidità mentale e si al- larga la prospettiva della spiritualità. Essendo di conforto all’uomo, a pre- scindere dal credo personale». In un film capolavoro del regista svedese Ingmar Bergman «Sussurri e grida», dove la tematica è l’ag- ghiacciante terminalità della giova- ne protagonista, il colore rosso deli- nea propriamente questo tunnel verso l’ interno dell’anima . E l’unica consolazione finale è il rapporto u- mano, quello sincero della donna con la governante, complice per e- sperienza personale di tale dolore. È l’unica in grado di accompa- gnarla amorevolmente verso l’epilo- go. Questo viaggio verso l’anima può essere veramente facilitato da un’autentica relazione umana? «Certamente. La relazione profon- da tra due esseri si incontra esclusi- vamente nell’autenticità. E quando Con l’hospice l’obiettivo è ricreare il più possibile un ambiente familiare, accogliente e rispettoso della persona.

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