Missioni Consolata - Dicembre 2006

• I ' I : cuo past6rello. Egli addirittura è sceltomentre non è as- : sente alla cerimonìa d'investitura (cf lSam 16,1-13). : Tutti questi personaggi hanno in comune un dato con : la parabola lucana: il figlio minore prevale sul fratello mag- ' giore, anche contro il dir(tto e consuetudine. No.n è il diritto che conduce la storia de!Ja salvezza, ma la gratuità con cui Dio sceglie i suoUnviati, attraverso criteri che esulano da quelli utnani. Jl comportamento di Dio può apparire ingiusto agli occhi degli uornini, perché questi agiscono in bas.e a un principio cieco di diritto1 mentre Dio guarda alle ragioni del cuore e consistenza dell'anima. Il figlio maggiore della parabola lucana appare il «figlio buono», perché è rimasto in casa accanto al padre, men- ' tre agli occhi del mondo il figlio minore è una pecora ne- : ra, perché ha abbandonato il padre, spezia.ndogU il cuo- : re. A guardare bene però, con gli occhi della verità del- : l'esistenza di ciascuno. la situazione si capovolge: il figlio : che è «fuori• ha il padre nel cuore, mentre il figlio che è 1 «dentro~ ha il cuore nella •roba». • DISPERDE I SUPERBI, INNALZA GLI UMILI : In questo contesto, la parabola lucana è una cartina di : tornllsole della storia della muova alleanza»: descrive e il1 lustra che Gesù è venuto ad abolire la distinzione tra 1 «dentro-. e «fuori» per dare diritto di figliolanza a tutti co- : loro che ne sono esclusi dalle leggi di purità, dai pregiu- ' dizi religiosi o dalla presunzione di chi si ritiene (puro» e considera se stesso come l'ombelico del mondo. Cosl pensa e agisce il figUo maggiore, quando rispondendo al padrè dice sprezzante: t<Ora che questo tuo figlio , che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per : lui bai ammazzato il vitello grasso» (Le 15,30). Non è«suo ' fratellot, ma solo figlio di suo padre. ll «puro» che presume ' di essere giusto non ha nulla da spartire con uno che è andato a prostitute, non vuole sporcarsi con il fratello che , reputa «peccatore .immondo-.. Non si accorge che, mentre : il fratello minore ha lasciato le prostitute nel ~paese lon• : tano», egli, iJ «prn:m, porta nel suo cuore il virus della pro- : stitu.zione, perché è tutta la sua vita a esser-e prostituita. , È il capovolgimento della situazione descritta nel Magnificat «Ha ricolmato di beni gli af- • famati, ha rimandato a mani vuote i ' riecbi, (Le 1,53). il comportamento , di Dio è la rivolu;,,ione dei sistemi su : cui si regge il mondo degli uomini: ! chi non ha diritto, è accolto; chi è : escluso, è accettato; chl è condanna1 to, è salvato; chi non conta vale; chi crede di contare è espulso. Con questa parabola Le descrive il ' comportamento «scandaloso~ di Gel sù, che accoglie gli avanzi della so- : cietà: «Si avvicinavano a lui tutti i , pubblicani e i peccatori per ascol1 tarlo• e volutamente lo oppone all'atteggiamento dei farisei e scribi, che «mormoravano: costui riceve i 1 peccatori e mangia con loro» (vv. 1- : 2;cfMt9,11). : NuJJa c'è della logica umana nel : comportamento del figlio dell'uomo, • 62 ■ MC DICEMBRE 2006 venuto perché nulla si pe-xda di quanto il Padre ha affidato alla sua tenerezza (Gv 6,39). Se da una parte il figlio uunore rappresenta l'umanitàmarginale, che.istituzioni ·e potere escludono anche dall'orizzonte di Dio, perché confondono la propria miseria con la volontà di Dio, il figlio maggiore è il degno rappresentante di chi crede in un Dio costruito a propria immagine e somiglianza e usalo come stnunento di discriminazione ed esclusione per fare della chiesa una sètt.a di puri, cioè di senza Dio. NOVITÀ OH DIO SCANDALOSO La parabola dei due figli è parallela a quella del fariseo e del pubblicano (Le 1.8,9-14). Essi si recano al tempio per pregare, ma □tornano a casa a ru.oli invertiti: l'atteggiamento del fariseo corrisponde a quello del figlio maggiore, mentre quèllo del pubblicano è identico a quello del figlio minore. Ne leggiamo il testo: •Di.sse ancora questa parabola per alcuni che presumevano di essere giusti e disprezzavano gli allri. Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava cosi tra sé: O Dio, ti riograzjo che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùH.eti. e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanlo possiedo. 11 pubblicano invece, fermatosi a cli.stanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di mepeçcatore. lo vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell'altro, perché chi si esalta sarà umilialo e chi si umilia sarà esaltato• (Le 18,10-14). Nell'jnterpretazione di questa parabola, molti si fermano alla superficie. Non si tratta, come potrebbe apparire a prima vista di un.insegnamento sulla preghiera, che dev,e essere umile e non presuntuosa. C'è anche questo sullo sfondo. ma non deve oscurare l'insegnamento primario che è la proclamazione di una costante nell'agire di Dio in quanto Dio. Gesù non viene ad annunciare un «Dio nuovo;,,, diverso da Yhwh, Dio cli Abramo, di Isacco e di Giacobbe (Es 3,6): ma viene a rivelare, a raccontare (Gv 1.18) la natura intima di questo Dio, i cui comportamenti sono molto diversi da quelli dell'uomo. La parabola espone in modo drammatico il eone.etto di giusti.zia come viene applicato da Dio: Dio è giusto perché salva. In Dio giustizia e misericorclia s'identificano, tanto da potere dire che Dio è giusto perché salva e salva perché è giusto. Tale matura» di Dio, che la scrittura aveva codificato (Sai 33,5; 36,11; ';1:0,ll; 85,ll; 88,15; 103,17; Sir 35,23), si è offu. scata nel corso della storia mano a mano che l'uomo si allontanava da lui e si faceva un'immagine di Dio sempre più.conforme alle sue idee e aJ suo immaginario. FARISWIFICLIO MAGGIORE, FIGLIO MINORE/PUBBLICANO La parabola del fariseo e pubblicano è ambientata al tempio, simbolo di.Dio stesso. quasi a dire che

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