Missioni Consolata - Gennaio 2006

________ _,.____ _______leg endo & vedendo di SIivana Bottlgnole I In ricerca... di se stessi ,.. «Devi augurarti che la strada sia lunga, che i mattini d'estate siano tanti... Soprattutto, non affrettare il viaggio fa che duri a lungo per anni...». I versi di Costantinos Kavafìs, preludio di VIAGGIO A ITACA, l'ultimo libro di Anita Desai, caratterizzano la vita della scrittrice indiana, premio Grinzane 2005 «una vita per la letteratura>>. 11viaggio è fondamentale, ma deve essere inteso come ~~ pellegrinaggio. Un pellegrinaggio non necessariamen- ' ' te fisico, ma all'interno di se stessi11 afferma la signora Desai, nata nel 1937 a Mussorie (India) da madre tedesca e padre bengali. Lei stessa pare continui a cimentarsi in questo •pellegrinaggio», da quando iniziò a scrivere per comprendere il caos della vita (cfr. Missioni Consolata, gennaio 2000). Nell'introduzione di Notte e nebbia a Bombay (Einaudi 1999 - premio Grinzane 1993) racconta che «l'idea di quel libro è stata come un granello di sabbia che è entrato nel guscio di un'ostrica e poi è cresciuto, ben radicato nell'inconscio... Volendo essere più precisa riguardo a quell' iniziale granello di sabbia, devo dire che prese vita prima di me, con l'incontro tra mio padre, giovane che dai fiumi e dalle risaie del Bengala andò a studiare ingegneria in Germania, e mia madre, una giovane berlinese, nata negli anni '20... A un certo punto anch'io faccio la mia comparsa in questa storia e raccolgo intorno a me il mio personale mucchietto di ricordi. La seconda guerra mondiale, per esempio, che fece da sfondo alla mia infanzia, per lontana che fosse dai campi di battaglia europei... Le atrocità, in quel periodo, in India avvenivano su un altro fronte... ed ebbero fine nel 1947 con l'indipendenza dell'India. Un momento che avrebbe dovuto essere glorioso e invece si rivelò tragico, perché coincise con la partizione di India e Pakistan, accompagnata dalla migrazione forzata di milioni di persone e da orrendi massacri». Questo romanzo, che racconta le tristi vicissitudini di un ebreo tedesco, da 50 anni residente a Bombay, vuole essere soprattutto«una meditazione sopra la guerra e i danni che procura allo spirito umano, che è in grado di sopravvivere solo in condizioni di pace». L a Desai ha iniziato il suo «pellegrinaggio», tradotto in scrittura, esplorando dapprima il mondo femminile, contesto esclusivo in cui visse fino al baccalaureato. In Chiara luce del giorno (1980 - Einaudi 1998), ambientato nella travagliata India degli anni '40, famiglie borghesi indù . 52 ■ MC GENNAIO 2006 abitano nella vecchia Delhi, vicino a ricche e colte famiglie musulmane, vivendo i conflitti dell'epoca, filtrati dalle emozioni e sentimenti di Bim, una donna forte e coraggi(?Sa, professoressa di storia in grado di fronteggiare le gravi difficoltà della famiglia. Con la sorella Tara frequenta la scuola missionaria anglicana, ricordando: «Le aristocratiche missionarie che gestivano quella scuola grigia e austera... erano tutte anziane e nubili - avevano fatto voto di castità anche se non indossavano la veste monacale - oltremodo frenetiche, disponibili epiene di risorse. Lasciati i prati e le siepi, le canoniche e le feste di beneficenza della loro fiduciosa e donchisciottesca giovinezza, avevano vissuto esperienze che avrebbero piegato chiunque e che invece esse avevano saputo sopportare, restando a galla come barche sulla cresta delle onde (guerre e bombardamenti, disordini e rivolte, carestie e siccità, alluvioni, incendi e usanze locali) per poi ritirarsi, non tra canoniche e feste di beneficenza, ma a dirigere una severa e rigida scuola delle missioni, sostenute dalla propria fiducia e baldanza e da una fede intatta». !;autrice mi ha confermato di aver rievocato, con queste immagini, le sue insegnanti della Queen's Mary Higher Secondary School da lei frequentata in gioventù. Quindi Anita Desai, madre di quattro figli ed affermata scrittrice internazionale nonché docente di scrittura creativa al Massachussets lnstitute ofTechnology (Usa), è cresciuta parlando indù e tedesco, ma la sua lingua letteraria è sempre stata l'inglese, appreso con eccellenza in una scuola missionaria. Anche il suo «pellegrinaggio»con la scrittura è arricchito da questa formazione che le permette di descrivere con maestria e acume situazioni e personaggi, tratteggiati da un occhio critico e disincantato. In uno dei suoi primi romanzi, Il villaggio sul mare (1982 - Einaudi 2002), tensioni e conflitti vissuti all'interno di semplici famiglie di pescatori indiani, la cui vita si illumina gioiosamente in occasione delle feste tradizionali, sono appesantiti dall'arrivo minaccioso dell'industria con tutte le incognite e, forse, l'inutile distruzione invece della promessa ricchezza. Nel romanzo In custodia (1984, Tartaruga 1990), la Desai comincia ad esplorare il mondo maschile, lasciando le donne come personaggi marginali. Ma che donne! Informo la scrittrice che la mia presentazione di questo romanzo su Missioni Consolata (gennaio 2000) fu intitolata «La mafia delle donne». Con calma, la Desai conferma: «Altre persone mi hanno chiesto perché le donne di questo romanzo sono così orribili. Eio ho risposto che questa è la reazionè di dçmne trattate male e relegate solo nel ruolo di figlie, mogli e madri, senza la possibilità di partecipare alla vita attiva del mondo maschile, come appunto avviene in India. Attualmente, però, in certe fasce della popolazione la sittlazione comincia a cambiare».

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=