Missioni Consolata - Gennaio 2006

MISSIONI CONSOLATA ■ ■■■ ■■■ -----------------------------------------------------------------------------------------------------------· I I I I I I I Una partenza «troppo obbediente» agli inizi eun ritorno senza problemi alla conclusione potrebbero : essere il segno che ciò che si è vissu- : to con intensità e immensa genero- ' sità nel periodo passato adextra abbia costituito una bella parentesi senza profondi collegamenti nécon «il prima» nécon «il dopo». Il disagio del rientro non attende di essere riassorbito come unaferita che si rimargina con il tempo. Deve piuttosto diventare interrogazione su ciò e su come si vivequi.Anche se ' questo passaggio si gioca la particolarevocazione del fidei donum. Al momento del rientro dovrebbe succedere che ci si interroga su tutto: sulla nostra teologia europea, che ha pretese di universalità, sulla nostra abitudine di contrabbandare i problemi dell'uomooccidentale come fossero «i problemi dell'uomo» toutcourt; sulle relazioni umane nella chiesa;sull'uso della libertà e l'eserciziodella comune responsabilità all'interno di essa; sull'uso dei mezzi, denaro e strutture; sulla semplificazione della pastorale;sui grandi problemi che investono l'umanità e che sono vincolati al nostro «locale»: giustizia, povertà, informazione, uso delle risorse; sulle relazioni tra le religioni e tra le culture. Si ritorna diversi; si deve ritornarediversi; si dovrebbe restare diversi, non per attaccamento nostalgicoa ciò che abbiamo vissuto ad extra, ma per continuare aoffrire quel «rotolo amaro)) (Ez 2,9) che,qualora venisse ingoiato,diventerebbe dolce come il miele (Ez 3,3). Ho l'impressione che scelte un po' troppo rassegnate potrebberocontribuirea sterilizzare il potenziale innovativo legato al «disagio del ritorno». · I mezzi dei fideidonum L'ampia disponibilità di mezzi di cui normalmentegode un fidei donum costituisce un suo punto di forza,ma forse soprattutto il suo tallone d'Achille,se paragonati con quelli del clero locale. Personalmente, soprattutto durante la mia prima esperienza missionaria adextra, ne ho fatto molto uso al1'unica condizione che i beni da essi prodotti non restassero di proprietà della chiesa,ma delle associazioni e organizzazioni popolari per le qualì venivano usati. ·--------------------------------------------------------------------------------------------- MC GENNAIO 2006 ■ 13

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