Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2005

catti nel mondo della droga, che servono a far guadagnare medaglie e ad assicurarsi fulgide carriere sulla pelle di «pesci piccoli» da coinvolgere, sfruttare e, al momento buono, arrestare. CARNE DA MACELLO Certo, questa è una storia eccezionale, che ha aperto un'inchiesta giudiziaria scomoda e pericolosa, visto che coinvolge tra gli altri anche un generale e un colonnello del nucleo speciale dell'Anna, e persino uo magistrato anti-mafia. Dal punto di vista di Efrain, William, Vicente e Nepomuceno invece la storia non è poi cosl eccezionale. Sebbene marciscano ancora dietro le sbarre, (scontando la colpa di essere caduti nella rete di un'organizzazione criminale suigeneris), i quattro sembrano del tutto simili a migliaia di loro connazionali pronti ad offrirsi come carne da macello, a correre qualunque rischio, a illudersi e a farsi illudere dal primo arrivato, pur di garantirsi un futuro migliore. «Tutti abbiamo un valore. Quello che non abbiamo è un prezzo» è lo slogan ad effetto della campagna contro la tratta di persone (lanciata dall'Organizzazione mondiale per le migrazioni) che ogni anno lasciano la Colombia per destinazioni e destini tragici, che assumono il volto umiliante della prostituzione e di varie forme di sfruttamento, analoghe alla schiavitù. Un commercio umano facile e comodo per le organizzazioni crimina· pagina 54 Storie L' pae~1 li in un paese con 47 milioni di abitanti, dei quali 14 vivono con un reddito giornaliero inferiore a due dollari e 11 vivono, o meglio sopravvivono, con meno di un dollaro (dati desolanti destinati ad aggravarsi a causa dell'impietosa applicazione della politica economica neo-liberale del governo Uribe e al parallelo smantellamento delle ultime vestigia del già debolissimo «stato sociale»). E in un paese con una popolazione divisa sempre più nettamente tra una minoranza di ricchi (come riesce difficile ad immaginare) e una massa sterminata di poveri: due gruppi che si ignorano o si sfiorano appena in una società a compartimenti stagni. LA DROGA PORTA DISGRAZIE «Un colombiano ba due sole possibilità di fare una scalata sociale: se è un bambino, farsi adottare, altrimenti trafficare con la droga>>, afferma con un amaro realismo il sociologo Cam.ilo Castellanos dell'istituto Dsa. Ma se sonosempre di più i piccoli colombiani che crescono nelle famiglie abbienti dei paesi ricchi, sono molto di meno quelli che arricchiscono con la droga. Per un Pablo Escobar, che alla metà degli anni Ottanta arrivò ad occupare il quattordicesimo posto nella classifica degli uomini più ricchi del mondo, ce ne sono decine di migliaia la cui carriera viene fermata dalle manette o, ancora più frequentemente, da una scarica di mitra. Anche se sono tantissime le ragazze colombiane (alcune statistiche parlano di 100 mila) che, sparse per il mondo e sottomesse a bande criminali, esercitano la prostituzione, è certo che la tratta di colombiani abbia a cb~ fare sresso con la droga. Con stone uguali non tanto a quella di Efrain e dei suoi soci di sventura (che sembra tratta da un film), ma a quella di Maria piena di grazia di J oshuaMarston, un film quindi,ma assolutamente intriso di un realismo niente affatto <<lllagico». Sotto un rovente capannone industriale di floricoltura atla periferia di Bogotà, Maria (che ha il bellissimo volto dell'attrice Catalina Sandino) è costretta a turni massacranti per togliere le spine alle rose destinate, dopo un lungo viaggio, ad essere offerte alle più fortunate donne dei paesi ricchi. La ragazza possiede dolcezza, giovinezza e ottimismo, che non han· no alcun diritto di cittadinanza neJ suo paese. Alla prima occasione propostale da un giovane di cui s' iovaghisce, cerca di evadere dal degrado senza speranzae di realizzare quel sogno americano, che è continuamente proposto dalla televisione nella sua Colombia filo-gringa . Per lei, come per migliaia di altri giovani, la scorciatoia più facile è un ovulo, grande come un chicco d'uva. Anzi, settanta ovuli pieni di cocaina che Maria è costretta ad ingerire, rischiando una dozzina d'anni di carcere o una morte atroce. Se anche Maria ba un valore (che dimostra con la sua determinazione e coraggio lungo tutta la storia), il suo prezzo è scandalosamente basso: trasporta nel suo stomaco qualche etto di cocaina negli Usa per una miseria, pochi milioni di pesos che, fatti i calcoli, arrivano sl e no a 3 mila euro. Sebbene il rapporto tra il rischio e il guadagno non sia sempre cosl sfavorevole come nei casi di Efrain e Maria, si può immaginare che una buona pane dei 4 milioni di colombiani, sparsi per il mondo, non abbiano un prezzo paragonabile alloro valore. Cosl come non lo hanno i 3 milioni di sfollati io fuga dalla violenza che, dopo avere abbandonato, senza nulla addosso, la terra dove vivevano, vegetano ai margini delle grandi città, da Bogotà a Cartagena. Pronti a farsi illudere dal primo che capita e che sia capace di far loro sognare il paradiso da un'altra parte del pianeta. •

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