Missioni Consolata - Gennaio 2005

golo della religione. Invece la sfida è dire: "Guarda, noi siamo cittadini e usciamo da queste gabbie". Vogliamo parlare di rutto... del condominio, del quartiere, della puzza delle fogne ... Bisogna partecipare, partecipare!». GRAN BRETAGNA: PIÙ BRmSH, PIÙ MUSULMANI La p!ima moschea fu costruita a Cardiffoel1870 da marinai dello Yemen. Nell963le moschee erano 13; oggi sono circa mille e offrono istruzione religiosa per i bambini. La vera immigrazione islamica Wziò negli anni '60, con l'arrivo di lavoratori dal Pakistan, India, Bangladesh. Altri musulmani arrivarono dall'Europa dell 'est, dopo il collasso della Jugoslavia. Dal censimento del2001 risulta che il2,7% della popolazione britannica è formata da musulmani: circa 1,6 milioni; essi sono in prevalenza asiatici; 11 ,6% «bianchi» (60 mila dell'Est-Europa e 10mila convertiti); 6,7% africani. n 50% ha meno di 25 anni. Le numerose organizzazioni musulmane asiatiche, costituite su base etnica, nel1997 hanno dato vira al Muslim Council o/Britain (M cb) c attualmente raggruppa 350 organismi: moschee, istituzioni caritative cd educative, donne, giovani, professionisti. Lo stesso anno lo sparuto ma potente gruppo di arabi musulmani ha istituito la Mus/im Association o/Britain (Mab), cbe conta circa mille membri; ma nel febbraio 2003 è riuscita a mobilitare, a Londra, 2 milioni di persone contro la guerra in Iraq. «La divisione più grande tra i diversi gruppi di musulmani - afferma nella sua relazione Yunas Samad, Tavola dei relatori, da sinistra: Yunas Samad, Czarina Wilpert, Andrea Pacini e Afexandre Caeiro. dell'Università di Bradford -è di carattere sociale: gli appartenenti al ceto medio frequentano le scuole superiori, con accesso a professioni di alto livello (medici, amministratori), mentre la maggioranza (bengalesi e pakistani), di origine proletaria e con basso grado di scolarità, è soggetta a un futuro .incerto e al rischio di esdusione sociale». I giovani musulmani della Gran Bretagna, di qualsiasi ceto e gruppo etnico, si sono trovati uniti e si sono fatti conoscere per le imponenti manifestazioni contro l versetti satanici di Rushdie e le due guerre del golfo. Mentre per gli europei questi giovani sono definiti quasi «fondamentalisti»; i leaders musulmani, invece, sono preoccupati perché diventano troppo «occidentali». Infatti, mentre i lorogenitori preganoo leggono il Corano in urdu o bengali, i giovani conoscono poco queste lingue c perciò si distaccano dalla tradizione. Paradossalmente, però, più diventano british, comunicando bene in inglese, più si radicano nell'identità musulmana. I giovani musulmani delle dassi più colte e agiate possono permettersi frequenti viaggi nei propri paesi d 'origine e si rivelano anche i meglio integrati in Gran Bretagna. Tra i giovani lavoratori asiatici, invece, possono sfociare veri e propri conflitti violenti contiO i «bianchi» (come è capitato a Oldham, Burncly e Bradford), non tanto per una conclamata difesa della comunità, ma per un controllo del territorio. Le giovani musulmane cercano, a poco a poco, di conquistare la loro indipendenza, sia nel proseguire la scuola che nel cercare un lavoroe un mariro di loro scelta, non più imposto dalla famiglia. Invocanoper questo la legge isfamica, che richiede alla donna «la ricerca della conoscenza anche in ambienti misti, sempre a patto che ]e donne si vestano c si comportino con modestia». GERMANIA: UITLE ISTANBUL La Germania conta circa 2,7 milioni di musulmani (3,5% della po· polazionc), in maggioranza turchi, che rappresentano il26% degli immigrati. Circa il 50% dei turchi residenti ha meno di 25 anni. n 15-20% dei giovani musulmani ha successo sia in campo scolastico che lavorativo. Ma il 25% non ha terminato le scuole e fatica a inserirsi nel mondo del lavoro (40% di disoccupati), soprattullo nelle periferie delle grandi città, chiamate talora little lstanbui, per la forte concentrazione di immigrati turchi. Berlino, per esempio, conta 73 moschee, 58 delle quali sono frequentate da turchi. Da decenni si parla dei turchi come di musulmani con una cultura diversa, difficile da integrarsi. Ma qualcosa sta cambiando tra le nuove generazioni. ll35% dci giovani musulmani frequenta regolarmente la moschea. Una recente ricerca condona in Westfalia, conferma che il 25% dei giovani musulmani si dichiara «credente e seguace deW,ì insegnamenti islamici», mentre if50% dichiara di «credere in Dio, ma non essere praticante». Solo il 30% af. ferma di aver seguito la scuola coranica per più di 3 anni. «In Turchia lo stato proibisce alle donne di indossare il velo nelle scuoMC / gennaio 2005 pogino 59

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