Missioni Consolata - Gennaio 2005

anima? Quali obiettivi si propone? L'entusiasmo e la professiona)jtà della Frisina nel presentare i risultati dcUa sua ricerca hanno offerto dati e informazioni importanti c signi6cntive. «Secondo il Dossier statistico immigrazione 2003 eli Can'tas/Migrantes, alla fine del2002 in Italia c'erano 553.007 musulmani (36,6% dei 1.512.324 stranieri regolarmente presenti), facendo deU ' islam la seconda religione in ltaHa.* Diversamente da quanto è awenuto in altri paesi europei, la prove· nienza dei musulmani è molto di - versificata: troviamo persone originari.e dal Maghreb (in prevalenza marocchini), Mashreq (Egitto, Libano, Palestina, Siria, Iraq), Africa subsahariana (Senegal, Nigeria, Sudan, Mali, Somalia), e poi dal Pakistan, lran, Bangladesh, Balcani... Si può ipotizzare che i giovani musulmani siano tra 100-250 mila>>. L'associazione Gmi è nata nel 2001, due mesi dopo il fatidico l l settembre. Intervistando i membri dcll'associazione, la sociologa ha ri - levato come i giovani «possano sentirsi continuamente chiamati in causa, quasi presunti colpevoli in quanto musulmani>>. Attualmente l'associazione è formata da circa .300 giovani (69% tra i 15-J 7 anni e .31% tra 18-23 anni), tutti cresciuti e fom1ati neUe nostre scuole, in molti casi sin daU'infanzia (il44% è nato in Italia), per la maggior parte residenti nel nord Italia e con famiglie, provenienti da Marocco (45%}, Siria, Egitto, ben inserite come operai, commercianti, medici nel nosuo paese. Già partecipanti ai campi estivi organizzati dall'Unione delle Comunità e Organizzazioni Islamiche in Italia (Ucoii), i giovani musulmani hanno sentito l'esigenza di autonomia c autogestione, perché ritenevano le loro esperienze di vita troppo diverse da quelle dei loro genitori, e anche perché, dopo l' 11 settembre, in Europa e in Italia è cresciuta l' islamofobia, fomentata tra l'altro dall'informazione superficiale e stereotipata dei nostri mass media. Infatti, in tre anni di attività, i Gmi hanno tentato significativi rapporti con i mass media e intrapreso diverse iniziative interregionali e imerculturali, culminate con l' importanMC l gennaio 2005 pagina 58 re e significativo incontro del marzo 2004. G)j obieltiviprincipali dell'associazione Gmi, formalizzati da statuto, sono di due tipi: sul versante interno essi intendono promuovere la costruzione identitaria dei giovani rnusulrnani, italiani ed europei, attraverso attività formative che valorizzino e approfondiscano la loro fede; sul versante esterno, intendono impegnarsi a livello locale, nazionale ed europeo «per la giustizia, la pace e salvaguardia dei diritti umani>> (art. .3 deUo statuto). VOGLIA DI AUTONOMIA La Frisina ha seguito alcuni convegni del Gmi e ne ha descritto l'evolversi. Nel primo, tenmosi a Bellaria il 23-25 dicembre 2001, neg)j stessi giorni del XXJTI Convegno nazionale dell'Ucoii, la presenza degli oratori adulti era predominante. Durante il m Convegno nazionale, svoltosi a Bagni di Romagna il2224 dicembre 2002, la Frisina, osservatrice partecipante, ha rilevato come ci «siano stati chiari segni di insofferenza verso la gestione direttiva da parte degli adulti e sia emersa l'esigenza di approfondire in modo diverso la propria fede per viverla da giovani italiani ed europei>>. Infatti , gli oratori «con i loro discorsi costruivano continuamente una contrap.p,osizione tra "noi musulmani" e loro", doè i non musulmanÌ>>. Anche quando i giovani espressero il loro apprezzamento per l'Europa che favorisce «libertà di espressione, la democrazia, l'uguaglianza davanti aUa legge, i diritti umani>>, il vice-presidente deU'Ucoii chiese: «Siete sicuri che questi valori non d siano nell'islam?)>. Fu il giovane incaricato delle pubbliche relazioni, K. C., a rispondere per tutti: «Storicamente Ja forza dell'islam è stata quella di saper riconoscere e assorbire il positivo delle culture che ha incontrato. Credo che noi dobbiamo continuare così, riconoscendo i valori altrui, imparando ancora e dando il nostro contributo». L'associazione elegge democraticamente i suoi rappresentanti, come ha ribadito con chiarezza la vice presidente - una ragazza ventenne con il classico velo, presente al convegno di Torino con altre amiche - e agisce in completa autonomia dalle associazioni degli adulti. G)j adulti sono presenti ai]oro convegni, preoccupati della fede, morale e formazione dei ragazzi, ma sono i giovani a prendere le loro decisioni in modo autonomo. VOGLIA DI PARTECIPARE Infatti è diminuita la presenza. degli «esperti» e sono aumentati imo- ~enti l.u~ci, gite,labor3:tori, dove i g10varu s1 confrontano e tmparaoo a presentare con chiarezza le loro idee in pubblico. Ad esempio, i Gmi banno preso una chiara posizione contro chi invocava la rimozione del crocifisso dalle aule, «sostenendo che non rappresemava i rnusulmani italiani e che i "veri problemi" da discutere erano "come costruire la pace e una convivenza giusta"». n 23/11/2003 hanno anche scritto una lettera a Bruno Vespa, che con le sue tr<dSrnissioni televisive, popolate di ospiti da spettacolo, «aHmenta il clima di paura e disagio nei confronti della componente .islamica italiana>>. Come risultato l'attuale presidente dei giovani .islamici J.K., già incaricato delle pubbliche relazioni, è sovente ospite del Maurizio Costanzo show. La Frisina, dopo ue anni eli attenta osservazione dei Gmi, commenta: «Le domande di inclusione dei giovani musulmani sono awenute a più livelli: locale perché questi giovani partecipano attivamente aUa vira del territorio dove vivono; nazionale, perché si sentono italiani evogliono la "cittadinanza formale" per essere ufficialmente titolari di diritti e doveri; europeo, sia perché nei loro discorsi è molto spesso presente l'Europa, come una delle loro "appartenenze", sia perché fanno parte di un'associazione giovanile islamica europea, il Femyso, e dello Youth Forum». Si rivela infme importante ascoltare con attenzione le esortazioni di K.C. , responsabile e portavoce dei Giovani musulmani italiani: «Noi qui rischiamo eli non essere aiutati a vivere La laicità. La società, o meglio quelli che stanno guidando la società, non vogliono la laidtà dei musul.mani, stranamente... E quindi li vogliono sempre chiudere nell'an-

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