Missioni Consolata - Gennaio 2005

18-25 Preghiera per l'unità dei cristiani di Igino Tubaldo RACCONTAMI LA STORIA ' E evidente, almeno così sembra, che anche io campo ecumenico, di dialogo con le altre confessioni cristiane, o in campo reli - gioso e pastorale, nella predkazione c nella catechesi, occorra essere chiari, cioè usare un linguaggio capito da tutti. La qual cosa, oggi come oggi, non avviene. Colpa soprattutto dei teologi e degli autori dci documenti ufficiali che ci piovono suJla testa. Ripeto ancora una volta ciò che ebbe a dire il noto predicatore padre Raniero Cantalamessa: «Uno dci motivi per cui in molte parti del mondo si sta verificando un esodo dci cattolici verso altre chiese o sette è che la predicazione cattolica è diventata cosl ricca e complessa, da non attivare direttamente il cuore di una persona». MC l gennaio 2005 pagina 18 Purtroppo il problema non è solo quello di parlare in maniera chiara e comprensibile, ma è anche soprattutto di contenuto, di quello che si dice, se è giusto, appropriato e importante. li padre Y. Congar in un libro del 1987 dal titolo Conversazioni d'autunno (Entretiens d'Automne), giunto quasi al termine della sua vica, scriveva a riguardo dell'islam e del cristianesimo: «La prima qualità dell'islam è la semplicità. Non c'è che un dogma: Dio è Dio,Maometto è il suo profeta. È un'affermazione forte della pura trascendenza, in confronto alla quale è ceno che la fede cristiana, soprattutto la fede cattolica, è qualcosa di abbastanza complicato; quando si aggiunge la Trinità, l'incarnazione, i sacramenti; tutto ciò diventa complesso, lo sappiamo» (pag.ll6). Ma lo sappiamo? Pare proprio di no! ll padre Ernesto Balducci, a sua volca, in un libro del 1985, in modo più graffiante, com'eranel suo stile, osserva: «Le prediche fanno sbadigliare». In senso più umoristico, Alessandro Pronzaro riporta una lamentela della coUaboratrice domestica (mai esistita) di CasaGuareschi, che muove al suo padrone, al quale dà del «lui», un rimprovero che, rutto sommato, è un elogio: «Lui non mi piace come scrive... Intanto lui adopera delle parole che tutti conoscono per dire delle cose che tutti capiscono e aUora dove va a finire la cultura?». (G. Guareschi, Vita con Cio'. La gloria di Monlassù, Milano 1995).

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=