Missioni Consolata - Gennaio 2005

In realtà nessuno può dire esattamentequanti siano i malati nel mondo. Quelli diffusi sono i dati provenienti da zone in cw sono presenti servizi sanitari funzionanti. Ma chi può dire oggi quanti malati ci siano in paesi lacerati da guerre o con infrastrutture aUo sfascio? Di fatto, quando si avviano i piani di ricerca dei casi di lebbra in aree poco raggiungibili, si continuano a sc<?prire numerose persone affette dalla malattia. Tra loro la percentuale dei bambini rimane relativamente alta e prevale Ja forma mbetcolarc, cioè il tipo di lebbra che provoca rapidamente le disabilità. Tutto dò indica una morbilità ancora elevata. Solone11940, con ilt/apsone, si cominciò ad avere una cura, ma il farmaco andava assunto per tutta la vita e aveva il solo effetto eli rallentare l'avanzata della malattia. A partire dai primi anni '80, con l'introduzione della polichemioterapia (rifampicina, clofazimina e dapsone), finalmente dalla lebbra si può guarire. L'Or~izzazione mondiale della sanità (Oms) raccomanda ]a polichemioterapia dall981. Da 5 a 20 anni è il periodo d'incubazione dd bacillo che causa la malattia. Da 6 mesi a 2 anni dura il periodo di trat· tamento farmacologico. Si stima che più di 6 mìlioni di persone subiscano oggi le conseguenze fisiche e sociali della malattia. MIELE DELLA SOLIDARIETÀ fu Italia, la Giornatamondiale dei malati di lebbra è uno dei principali eventi legati all'impegno dell'Associazione italiana amici di Raoul Follereau (Aifo). Nata ncl 1961, l'Alfa ha esteso la sua presenza in tutta Italia: centinaia di volontari, ispirandosi a] messaggio di giustizia e pace di Follereau, continuano a dare voce agli ultimi, lottando contro la lebbra e contro tutte le lebbre, cioè contro le forme p!ù ~treme eli ingiustizia ed emargmazlone. Riconosciuta come Organismo non governativo (Ong) di cooperazione sanitaria internazionale, l' Associazioneè attualmente presente in 24 paesi dell'Africa, Asia e America Latina e collabora attivamente con alcune agenzie delle Nazioni Unite, in particolar modo con l'Oms, di cui è partner ufficiale. Per sensibilizzarelagentenei confrooti del problema della lebbra e dci temi legati aUo sviluppo sociale e sanitario nei paesi più ~ovcri del mondo, i volontari dell'Aifo animano la Giornata mondiale dei malati di lebbra con diverse iniziative, tra le quali la vendita del «miele della solidarietà» e altri prodotti del commercio equo e solidale. In centinaia di piazze italiane allestiscono banchetti, coinvolgendo le comunità locali, per raccogliere fondi a favore dei progetti dell'Associazione. Lo scorso anno Ja distribuzione del «mieledella solidarietà» ba coinvolto ben 447 piazze-italiane, nelle quali sono stati offerti oltre 30 mila vasetti di m id e. Tra le varielniziative di seosibllizzazione, grande importanza è data agli incontri con scuole, parrocchie e altre istiturioni, .svolti in rutta Italia dai «testimoni della solidarietà». Si tratta di J>ersone direttamente itn· pcgnatenella cura dei lebbrosi in vari paesi dd mondo. Per l'edizione 2005 giungeranno in Italia cinque testimoni che operano nei progetti contro la lebb.ra in Mrica (vedi riquadro). Inoltre, per celebrare la 52• Giornata mondiale, è stata organizzata una tournée della compagnia teatrale A/ricatz Footpritzt Intemational dd Gbana, un gruppo di fama mondiale, composto prevalentemente da artisti con disabilità, che si esibiranno in numerose città italianeper testimoniare la ricchezza di valori e eli cultura di cui il continente africano è portatore e anche la ricchezza di doti umane e artistiche che le ~ p~~ne divers:nnente a- Mc bili sanno esprunere. -- * L'articolo è tratto da vari contributi inviati daU'Aifo, Per ulteriori informazioni, consultare il sito: www.aifo.it. TESTIMONI 2005 CHIARA CAsltLLAIIl. Nata a Parma nel 1956, laureata in medicina aU'Università cattolica del Sacro Cuore in Roma, ha lavorato per 7anni in Nicaragua, comemedico volontario e chirurgo in zona di guerra. Oal1991 è responsabile dì un progetto sanitario nella Repubblica democratica del Congo. t:anno seguente perde il braccio destro in un incidente stradale: impara a scrivere e operare con la sinistra e, ancora oggi, continua la sua attività presso l'ospedale di Kimbau. (Della sua incredibile storia abbiamo parlato in Missioni Constr loto ottobre-novembre 2004, pp. 87-89). PADRE EMIDIO DEMENEGHI. Nato a Mussolene (VI) nel1939, sacerdote nel1964 è missionario in Angola dal1968. Dal1994 opera a Kangola, nord del paese, e si occupa dei lebbrosi. Grazie a un progetto Aifo, sono stati diagnosticati 1.064 casi di lebbra su una popolazione di circa 80 mila abitanti; 850 le guarigioni; 96 abbandoni causati dalla guerra; 20 i decessi registrati. Attualmente la lebbra è in regresso. SAvr~o GIUllONE. Nato a Reggio Calabria nel1940, laureato ingiurisprudenza, specializzato in psicologia, diplomato in leprologia e chirurgia ausiliaria in Spagna, dal1969 al1976 si è occupato di cura e riabilitazione dei lebbrosi in un programma di cooperazione del nostro Ministero affari esteri in vari centri delrEritrea. Oal1978 al1980 ~ stato esperto del Ministero in qualiU di responsabile della campagna di lotta contro là lebbra nella Repubblica delle Comore. Oal1980 è rappresentante dell'Aifo alle Comore per la reéllinazione di vari programmi: lotta contro la lebbta e la tubercolosi, sanità di base di 15 villaggi nella regione di Pomoni; attività a favore detrinfanzia con la creazione di 7 scuole elementari e di una scuola media, con 1.200 bambini scolarizzati. Suoa MAlfA MAR(El.A LOPEZ. Di origine argentina, appartiene alla congregazione religiosa Figlie della CariU, Canossiane. Infermiera professionale, da alcuni anni lavora presso il progetto di lotta alla lebbra nell'Ituri (R.O. del Congo). SUOI Esnt(t ATIUINo. Di nazionalità kenyana, è infenniera, ostetrica e fa parte della congregazione delle suore delnmmacolata Concezione di Ivrea. Ha svolto la sua attività in differenti campi medici. Da due anni lavora con i pazienti affetti da lebbra e tubercolosi netruniU sanitaria di Kadem. Oltre ai malati di lebbra-tubercolosi ricoverati in ospedale, segue quelli che vivono nelle loro comuniU, attraverso le cliniche mobili, fornendo loro medicine, beni di prima necessità. MC l gennaio 2005 paeina 17

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