Missioni Consolata - Ottobre 2021

prendendo antiche costruzioni mentali sumere, chi divide ga- rantisce la vita. Anche nell’orga- nizzazione del popolo ebraico, Israele è separato dalle genti, e al suo interno una tribù, quella di Levi, è distinta dalle altre (non possiede terra) e una delle sue famiglie (quella dei discendenti di Aronne) è ulteriormente sepa- rata allo scopo di servire con il sacerdozio. Ma il mare è il luogo in cui non si possono tracciare confini, righe, divisioni. Ecco perché è sempre stato ritenuto il luogo più minac- cioso tra tutti quelli naturali. E Dio chiede di entrarvi, di ad- dentrarsi in ciò che più si teme, nella paura anche irrazionale. R MC Fino a quella definitiva, decisiva. Perché quella parola che invi- tava a fidarsi chiede di entrare nel mare. Che si è aperto, è vero, ma quanto può essere affi- dabile o pericoloso? MARE, MONDO DEL CAOS Aggiungiamoci ancora che, per il mondo semita in genere, il mare è il mondo del caos, del di- sordine, del male, della morte. Secondo la tradizione ebraica Dio, nella creazione, mette or- dine, divide le acque tra di loro, e poi dalla terra (Gen 1,6-10). Nella struttura ideale ebraica, ri- radunandosi a celebrare la pa- squa spargendo il sangue dell’a- gnello sugli stipiti delle porte, denunciandosi così come quegli schiavi che si stavano prepa- rando ad abbandonare il paese. E poi una più «pesante», con la scelta di partire, di abbandonare la «casa di schiavitù». Ognuna di queste scelte ri- chiede fiducia, non alla cieca, ma sulla base dell’affidabilità divina, «dimostrata» dalle decisioni pre- cedenti. Ogni scelta, però, non diventa materiale di «prova», ma solo conferma di un’affidabilità. Non si esce mai dalla fiducia, fino alla fine. Anzi, pare che ogni scelta di fidarsi rilanci verso un’altra ancora più grande. 33 ottobre 2021 MC

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