Missioni Consolata - Aprile 2021

che vorrebbe diventare un me- dico e potrebbe farcela». Ma da quando le scuole in India hanno chiuso, lo scorso marzo, Rahul aiuta il padre a rovistare nei muc- chi di immondizia in cerca di pla- stica riciclabile in cambio di qual- che centesimo all’ora. Il lavoro minorile, si legge nell’ar- ticolo, «è solo una parte di un im- minente disastro globale: la mal- nutrizione grave sta persegui- tando i bambini dall’Afghanistan al Sud Sudan. Secondo i funzio- nari delle Nazioni Unite, i matri- moni forzati per le ragazze sono in aumento in Africa e in Asia, così come il traffico di bambini. I dati dell’Uganda hanno mostrato che le gravidanze delle adole- scenti sono aumentate durante le chiusure scolastiche legate alla pandemia. Gli operatori uma- nitari in Kenya hanno riportato R R MC 71 aprile 2021 MC diano newyorkese, i bambini di 10 anni stanno lavorando nell’e- strazione della sabbia; i loro coe- tanei in Africa Occidentale ta- gliano le erbacce nelle pianta- gioni di cacao. In Indonesia, bambine e bambini di otto anni vengono dipinti d’argento e messi a fare le statue viventi che chiedono la carità. Fra le storie riportate dal New York Times quella di Rahul, undi- cenne di Tumakuru, nell’India me- ridionale, mostra come la pande- mia stia minacciando di togliere definitivamente ai bambini la pos- sibilità di sviluppare il loro poten- ziale e di usarlo per uscire dalla povertà: «Rahul è un bravo stu- dente», dice di lui il suo maestro. «La sua capacità di apprendi- mento è molto buona e ha note- vole proprietà di linguaggio. Ha un quoziente intellettivo alto, dice © AfM / Cartolina 181 che molte famiglie mandavano le loro ragazze adolescenti a prosti- tuirsi per sfamare la famiglia». Molti bambini potrebbero non tornare più a scuola anche dopo le riaperture perché una volta che cominciano a guadagnare è molto difficile per le loro famiglie rinunciare a quella fonte di red- dito: «Ho paura che, anche se la scuola riapre, dovrò continuare a fare questo lavoro per via dei debiti della mia famiglia», con- fessa al New York Times Mum- taz, dodicenne di Gaya, in India orientale. Dalla chiusura delle scuole lavora in un cantiere in- sieme al fratello Shahnawaz, di dieci anni, trasportando sul capo secchi pieni di ghiaia. «Ho mal di testa», dice Shahnawaz, «la notte non riesco a dormire. Tutto il mio corpo trema». Chiara Giovetti

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