Missioni Consolata - Aprile 2021

tratto saremo assunti, qual è la retribuzione, quante ferie ci spettano, con quali garanzie. Ma quello che Dio offre non è un la- voro. Ci sentiremmo molto in imba- razzo (speriamo) se un simile di- scorso si facesse all’inizio di R MC suonare generico: nelle vite dei padri erano successe tante cose, alcune delle quali incoe- renti tra di loro. Non sarebbe stato meglio una presentazione più dettagliata, precisa? Quando ci offrono un lavoro, preten- diamo di sapere con che con- stenza, ma ora non può più te- nersi lontano. Dio non si muove per farsi servire e adorare, ma quando l’uomo ha bisogno, si identifica con l’umanità soffe- rente, si mette al suo fianco. Mosè diventerà chi sappiamo perché ha accettato di mettersi in gioco, ma anche Dio si è messo in gioco: non se ne sta sulle nubi a guar- dare distaccato la sto- ria, ma si sente coin- volto. E si sente coin- volto dalla sofferenza. Non per compiacersene, ma per guarirla, per to- glierla: «Fammi scendere a liberarlo» (3,8). IL NOME DI DIO Comincia qui un lungo botta e risposta tra Dio e Mosè. Nella Bibbia non mancano personaggi che si offrono generosa- mente per collaborare con l’Altissimo (pensiamo ad esempio a Isaia: «Eccomi, manda me!» (Is 6,8). Non tutti, però, si offrono senza indugi. Mosè, il più grande, colui che parlava faccia a faccia con Dio (Dt 34,10), l’interme- diario per la liberazione dall’Egitto e per il dono della legge, non solo era un assassino fuggiasco e pavido, ma osa anche dire di no a Dio. Una delle prime obiezioni che muove è che non sa chi ha davanti: «Ecco, io vado dai figli d’Israele e dirò loro: il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi. Ma mi diranno: Come si chiama? Che cosa dirò loro?» (Es 3,13). Dio in realtà si era già presentato, rimandando ad Abramo, Isacco e Giacobbe (i «vostri padri», ap- punto: Mosè si era distratto). Ma questo rimando poteva 33 aprile 2021 MC

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