Missioni Consolata - Aprile 2021

C on il terzo capitolo dell’Esodo entriamo nel cuore della vicenda di Mosè. Inizia un’av- ventura unica, che sarà fonda- mentale per la relazione tra il Dio d’Israele e il suo popolo, ma che si lascia anche interpretare come modello ideale di un per- corso di fede. Nella nostra let- tura, cercheremo di evidenziare entrambe le dimensioni di que- sto itinerario. Ci troviamo di fronte a Mosè, sal- vato miracolosamente da bam- bino, cresciuto alla corte del fa- raone, fuggito per aver difeso un ebreo (uccidendo un egiziano). Diventato genero di un sacer- dote di Madian, un personaggio rilevante ma che appartiene a un popolo disprezzato e, in più, non certo ricco, dato che si trova a dover mandare le proprie figlie a pascolare le sue greggi. Mosè diventa parte di quella famiglia e si prende cura di pascolarne il gregge. L’INCONTRO ALL’OREB Il territorio che dalla Giudea ar- riva all’Egitto è un deserto, ma non dobbiamo pensare a una di- stesa di dune di sabbia. È pun- teggiato da oasi, e se lo si attra- versa in quei rarissimi momenti in cui piove, lo si trova addirit- tura trasformato in un prato fio- rito e pieno d’erba nutriente e gustosa per le greggi. Al di là del deserto, ci dice il libro dell’E- sodo (3,1), Mosè raggiunge il monte di Dio. Molto si è di- scusso e molto si discuterà sull’i- dentificazione di questo monte, di Angelo Fracchia, biblista COSÌ STA SCRITTO ♦ IL LIBRO DELL’ESODO un cammino di libertà MC R momenti delicati della vita: nel consiglio di un amico, in un’intui- zione improvvisa, nella serenità giunta come dono, nel coraggio di affrontare una certa scelta. Noi preferiamo essere più razio- nali nel presentare queste espe- rienze, mentre l’antichità si fa più facilmente prendere dal gusto del racconto e parla di una voce da un roveto. Forse davvero c’è stato qualche evento sovranna- turale, ma può anche darsi che si tratti solo di un modo di espri- mersi metaforico, come anche noi oggi possiamo parlare di una guerra tra la testa e il cuore, senza davvero pensare che i sentimenti stiano nel petto e non nel cervello. Non possiamo sa- pere di preciso che cosa abbia sperimentato Mosè, ma in ogni caso si è sentito destinatario di un messaggio, partecipe a una conversazione. E il senso di questa conversa- zione è chiaro: «Il mio popolo è davvero afflitto, l’ho visto, e ho deciso di scendere ad aiutarlo» (Es 3,7-8). Non è una presentazione ba- nale, ed è densa di sottintesi. Il libro dell’Esodo aveva già am- messo l’oppressione del popolo, che aveva alzato grida di la- mento (Es 2,23). Queste grida però non sembravano essere ri- volte in particolare a Dio. È in- vece Dio a essersi mosso per primo, perché non si è dimenti- cato di Abramo, Isacco e Gia- cobbe (Es 2,24; 3,6). Il popolo afflitto resta il popolo suo. Lungo i secoli non era inter- venuto a ricordare la propria esi- come su altre domande riguar- danti la geografia dell’Esodo: in questo nostro percorso evite- remo di occuparci di tali que- stioni, che sono assolutamente interessanti, ma non hanno né una risposta sicura né ricadute sul messaggio religioso del libro. A noi interessa di più l’espe- rienza di Mosè e capire come percepisce quanto gli succede. Mosè vede bruciare un rovo senza che si consumi e decide di avvicinarsi per capire meglio. Per Mosè, come per noi, e per qualunque percorso di crescita umana, il punto di partenza ne- cessario è la voglia di capire, di vedere, di conoscere. La dispo- nibilità a mettersi in gioco, a non starsene in disparte da spetta- tori. Se Dio non avesse posto sulla strada di Mosè quel segno curioso, Mosè non si sarebbe fermato; ma se Mosè non avesse voluto andare a vedere che cosa accadeva, la sua vita sarebbe stata più semplice, sicuramente più vuota, e noi non avremmo mai sentito parlare di lui. E chi avrebbe condotto il popolo ebraico fuori dall’Egitto? UN DIO COINVOLTO Dopo essersi avvicinato al ro- veto ardente, Mosè sente una voce che lo invita a togliersi i cal- zari, perché si trova in un luogo santo. Chi tra i lettori ha già sentito la voce di Dio? Magari dal croci- fisso, come capitava nei film di don Camillo. Forse nessuno. O forse qualcuno racconterebbe di aver percepito la voce di Dio in 03. LA CHIAMATA (Es 3,1-4,17) 32 aprile 2021 MC

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