Missioni Consolata - Aprile 2021

stānī non gli ha impedito negli ul- timi decenni di giocare comunque un ruolo chiave sul piano politico. Ad esempio, nel 2014, quando l’Isis è entrato a Mosul, ha emanato una fatwa per chiamare gli iracheni (non solo gli sciiti, ma tutti, e que- sto è significativo) a imbracciare le armi. Cosa che ha contribuito non poco alla vittoria contro i terroristi. La sua centralità informale sul piano politico è sempre stata se- gnata da un ruolo di mediatore, dall’appello al dialogo, al rispetto delle minoranze. Consideriamo che l’Iraq post 2003 è un paese che ha subito dei cambi di equilibri in- terni fortissimi che l’hanno desta- bilizzato sotto molti profili. In questa realtà così frammentata e dilaniata, al-Sīstānī ha giocato un ruolo di moderatore, invitando, ad esempio, a non rispondere alla violenza con altra violenza anche in tempi difficili come gli anni dal 2004 al 2006 nei quali gli attacchi colpivano in modo sempre più duro la popolazione civile. Da sempre, poi, non esita a far sentire la sua voce in favore dei di- ritti dei più deboli. Penso alle ma- nifestazioni di protesta che sono esplose nel 2019: quando i manife- A bbiamo sentito Andrea Plebani , ricercatore dell’Uni- versità Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Associate research fellow all’Istituto per gli studi di po- litica internazionale (Ispi), vice di- rettore scientifico del Centro studi internazionali di geopolitica. I suoi interessi di ricerca sono con- centrati sull’evoluzione dello scena- rio geopolitico mediorientale, con particolare attenzione a Iraq, Siria ed Egitto, e sulle dinamiche interne alla galassia islamista. Qual è il ruolo del grande ayatollah al-Sīstānī? « ‘ Alī al-Husaynī al-Sīstānī è il massimo rappresentante del quie- tismo sciita che riconosce la cen- tralità del ruolo dei giurisperiti (esperti di diritto islamico, nda ), ma prevede un loro non coinvolgi- mento diretto nell’ambito politico. L’opposto dello sciismo khomeini- sta che in Iran si è affermato dalla rivoluzione del ’79. Questa diversità si riflette in una competizione tra i due santuari chiave dello sciismo: quello di Najaf, e quello di Qom in Iran. Ciò detto, c’è anche da dire che l’impostazione quietista di al-Sī- A MC © Ayatollah Sistani’s Media Office / AFP stanti hanno chiesto il suo inter- vento, lui, mentre il governo repri- meva anche nel sangue le proteste, ha risposto chiedendo che i loro diritti venissero tutelati. Al-Sīstānī ha una statura unica nel sistema iracheno: in un paese de- stabilizzato, negli ultimi decenni lui è stato una costante che è riu- scita a tenerlo assieme». La visita del papa ad al-Sīstānī può aver irritato l’Iran? «Non penso. Ho parlato di compe- tizione tra le due visioni sciite, ma la competizione non implica ne- cessariamente ostilità. Il papa, con la sua visita ad Al-Sīstānī gli ha voluto anche riconoscere il fatto che si è speso molto per creare un clima non ostile alle minoranze, un clima di dialogo. Questo non vuol dire che le minoranze siano tranquille in Iraq, ma il tentativo di al-Sīstānī va evidenziato». Riguardo alle proteste, quali erano, e sono, le loro istanze? «Sono proteste molto frammen- tate, senza una leadership uni- voca, che hanno riunito anime di- verse: dagli studenti, anche giova- nissimi, ai giovani disoccupati (il Lo sciismo dialogante di ʿ Alī al-Sīstānī Il grande ayatollah di Najaf è il massimo interprete di una lettura «quietista» dell’Islam sciita, rifiutando l’interferenza religiosa nella politica. Nonostante ciò, ha oggi un ruolo centrale nello scenario iracheno, ed è considerato un fattore di stabilità nel suo paese. È per questo che il cardinale Sako guarda a lui come un punto di riferimento nel dialogo, e che la «visita di cortesia» del papa a Najaf è stata uno dei momenti più significativi del suo viaggio in Iraq. A sinistra: 6 marzo 2021, papa Francesco parla con i rappresentanti delle fedi religiose irachene durante l’incontro interreligioso presso la «Casa di Abramo» nell’antica città di Ur, nel Sud dell’Iraq, uno dei siti più antichi della Mesopotamia. Qui: 6 marzo 2021, l’incontro tra papa Francesco e il grande ayatollah ‘Al ī al-Husayn ī al-S ī st ā n ī nella residenza del capo sciita, a Najaf. * * 29 MC

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