Missioni Consolata - Aprile 2021

57% della popolazione in Iraq ha meno di 24 anni, l’età media è di 21, nda ). Non sono manifestazioni settarie, di una componente che mira ad affermare la sua centralità. Uno dei loro slogan più significa- tivi è: “Noi vogliamo una patria”. Cioè, da un lato, che il paese sia realmente indipendente, non sog- getto all’influenza degli Usa, dell’I- ran, ma anche che l’Iraq non sia ostaggio di una cricca di politici i cui interessi sono diversi da quelli della collettività. L’Iraq è un paese potenzialmente ricchissimo, non solo per gli idro- carburi. È una terra fertile. Ha uno sbocco sul Golfo Persico, ha buone capacità industriali. Anche sulla base di queste consi- derazioni, le proteste chiedono ri- sposte a istanze basilari: che i di- ritti degli individui vengano tute- lati, che ci siano opportunità lavo- rative, che sia garantita la dignità. Si chiede un netto cambiamento. E che vengano realizzate le aspetta- tive generate dalla caduta del re- gime di Saddam». Una delle problematiche è anche la suddivisione «settaria» delle cariche istituzionali. «Il sistema iracheno non è conso- ciativista come quello libanese nel quale è previsto che alcune cariche vengano affidate a esponenti di specifiche comunità. Nel sistema iracheno la costituzione non dice nulla in tal senso, però di fatto, sul piano sostanziale, dal 2005 il primo ministro è un arabo sciita, il presidente è curdo, lo speaker del parlamento è arabo sunnita, il mi- nistro dell’Interno è un arabo sciita, quello della difesa è un arabo sunnita, e così via. È anche questo uno degli aspetti contro i quali i manifestanti si scagliano: il settarismo è rifiutato da sempre dalla popolazione irachena». Un ulteriore elemento di complessità nel quadro iracheno è aggiunto dalla regione auto- noma del Kurdistan. «Nell’autunno 2017, quando la lotta contro l’Isis volgeva al ter- mine, la classe dirigente del Kurdi- stan iracheno ha indetto un refe- rendum sull’indipendenza. Questo anche alla luce del notevole credito internazionale acquisito grazie agli sforzi nella lotta all’Isis. Il Kurdistan porta avanti almeno dal 2003 una campagna che tende * IRAQ 30 aprile 2021 MC Mosul Qaraqosh Erbil Najaf Ur BAGHDAD Kirkuk Karbala IRAQ Bassora DISTRIBUZIONE GRUPPI ETNICI E RELIGIOSI GRUPPI MAGGIORITARI GRUPPI MINORITARI Arabi sunniti Yazidi Turcomanni Cristiani Curdi sunniti Curdi sunniti Arabi sciiti Arabi sciiti Luoghi visitati dal Papa Arabi sunniti Arabi sunniti " La visita di un’autorità come il papa ha restituito all’Iraq la centralità che dovrebbe sempre avere. a rappresentarlo come una realtà diversa dal resto dell’Iraq. Nella prima decade del 2000 c’era una campagna pubblicitaria che pre- sentava il Kurdistan come l’altro Iraq, quello che funziona, che cre- sce, si sviluppa, dove si rispettano i diritti, ecc. Con il ritiro delle forze di sicurezza irachene nel 2014 da Mosul, le forze curde, ex peshmerga, ave- vano occupato molti dei territori contesi da tempo tra Baghdad ed Erbil, territori chiave dal punto di vista sociale, culturale, storico, ma anche economico. In particolare la città di Kirkuk attorno alla quale ci sono giacimenti che avrebbero ga- rantito le basi economiche del Kur- distan iracheno indipendente. Il problema è che la questione non è solo tra Baghdad ed Erbil. Ci sono comunità curde in Siria, ma so- prattutto in Turchia e Iran. La Tur- chia ha da sempre una linea di op- posizione nei confronti di un Kur- distan indipendente, e questi si è di fatto trovato circondato dall’op- posizione di Ankara, Teheran e Ba- ghdad, e abbandonato dagli Usa». Fino all’ultimo, il viaggio del papa è stato in bilico. I timori per la sicurezza erano forti. «Anche io ero molto preoccupato, perché l’Iraq è un paese con pro- blemi di sicurezza enormi. Sono felice che sia andato tutto bene. La visita di un’autorità come il papa ha restituito all’Iraq la cen- tralità che dovrebbe sempre avere. È stata, oltre che uno strordinario atto di coraggio personale e di amore nei confronti della popola- zione irachena, non solo cristiana, l’occasione per dare centralità a chi spesso è stato dimenticato». L.L. Qui: cartina della distribu- zione etnica e religiosa della popolazione irachena. A destra: due giovani cri- stiane irachene partecipano alla santa messa celebrata dal papa nello stadio di Er- bil, nella regione autonoma del Kurdistan iracheno. * *

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