Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2021

AMAZZONIA CEAMA I l 26 e 27 ottobre scorso si è riu- nita per la prima volta l’Assem- blea ecclesiale dell’Amazzonia (Ceama). Un incontro virtuale per via della pandemia, che ha radu- nato i rappresentanti dei vescovi degli otto paesi interessati dall’a- rea sotto la presidenza del card. Claudio Hummes. All’incontro hanno partecipato circa 250 per- sone, tra laici, religiosi, sacerdoti e vescovi. Tra gli obiettivi di questo incontro c’era quello di trovare nuove strade concrete per dare vi- ta e attuare alcuni degli impegni prioritari emersi dal discernimento effettuato nel Sinodo (dell’ottobre 2019, ndr ), nonché avviare un pro- cesso di formulazione di un piano pastorale globale che sarà gra- dualmente attuato, raccogliendo le mozioni di quanti erano presenti a questa prima assemblea plena- ria. Secondo il comunicato finale, l’assemblea comincia a lavorare su 20 nuclei tematici prioritari, per coinvolgere i laici, le donne, i nati- vi, i meticci nel lavoro della Chie- sa, con lo scopo di «servire, difen- dere, comunicare, influenzare, re- sistere; essendo allo stesso tempo una Chiesa che accoglie le vittime di pandemia». Il comunicato finale chiede anche di formare comunità che possano celebrare l’eucare- stia con una forte coscienza mis- sionaria e ministeriale di tutti i suoi membri, siano essi laici, seminaristi, mi- nistri di vita consa- crata, sacerdoti e vescovi. La fondazione della Confe- renza epi- pieno di sfide. Sono stati rifiutati dai loro stessi genitori o dalla loro stessa famiglia. Sono profonda- mente feriti», aggiunge il sacerdo- te. «La nostra missione è prepararli affinché il Signore guarisca le feri- te del loro cuore. La ricompensa più grande è vedere i bambini ac- colti nella fondazione che, divenuti essi stessi genitori, mostrano un a- more grande ai propri figli». (Fides) IRAQ IL «GIONA» DI NINIVE Q uando l’Isis arrivò alle porte di Mosul, caricò la sua automobi- le di antichi manoscritti e fece un viaggio notturno fino ad Erbil per salvare prima di tutto le radici. Poi, è diventato arcivescovo di Mosul, con il compito, appunto, di rico- struire a partire dalle radici una co- munità ferita, come un novello Giona di Ninive. Si tratta di mons. Najeeb Michaeel (nato Najeeb Moussa Michaeel Yonan), domeni- cano, alla guida di quella che era diventata una diocesi inesistente e annientata dall’Isis, che l’anno scorso è stato tra i candidati al Premio Sacharov, e addirittura uno dei tre finalisti. La motivazione del- la candidatura recitava: «Quando lo Stato islamico è arrivato a Mosul nell’agosto 2014, monsignor Mi- chaeel Moussa ha assicurato l’eva- cuazione di cristiani, siriani e cal- dei e salvaguardato più di 800 ma- noscritti storici risalenti ad un periodo che va dal XIII al XIX seco- lo». Dal 1990, Michaeel Moussa ha contribuito a salvaguardare più di 8mila manoscritti e 35mila docu- menti delle Chiese orientali. Il ve- scovo Moussa ha 64 anni ed è na- to a Mosul. Ha lavorato nell’indu- stria petrolifera, poi ha deciso di diventare sacerdote, e ha studiato in seminario in Francia, dove è sta- to ordinato nel 1987. Quindi è tor- nato al suo paese natale, e lì ha fondato l’ Oriental manuscript digi- tal center per preservare la cultura cristiana del suo paese. (Aci Stampa) scopale dell’Amazzonia fa seguito a una precisa richiesta del docu- mento finale del Sinodo, che chie- deva di «creare un organismo epi- scopale che promuova la sinoda- lità tra la Chiesa della regione panamazzonica, che aiuti a deli- neare il volto amazzonico della Chiesa e che continui nell’impe- gno di trovare nuovi cammini per la missione evangelizzatrice». (Aci Stampa) FILIPPINE ANAK-TNK R idare un futuro ai bambini di strada di Manila: è l’impegno della Fondazione «Anak-Tnk», or- ganizzazione cattolica guidata dal missionario francese p. Matthieu Dauchez, che ricerca, accompa- gna e cura i bambini più sfortunati di Manila che vivono nelle strade, nelle periferie o nelle zone più po- vere della capitale. Il nome della fondazione significa «bambino» (a- nak) mentre «Tnk» è l’abbreviazio- ne di «tulay ng kabataa», in lingua tagalog «un ponte per i bambini». Dal 1998, il sacerdote e il suo gruppo di volontari aiutano i bam- bini bisognosi delle baraccopoli di Manila a raggiungerli, contribuen- do a soddisfare i loro bisogni pri- mari: alloggio, istruzione, alimen- tazione, salute e altre forme di aiu- to. «Cerchiamo di restituire loro una vita dignitosa, e il sorriso sui loro volti», dice p. Dauchez. La fondazione ha già sostenuto più di 50mila bambini nei suoi 22 anni di esistenza e rafforza il suo impegno mentre la pandemia sconvol- ge la nazione. «Lavorare con questi bam- bini non è facile, è un percorso a cura di Sergio Frassetto MC R la chiesa nel mondo Amazzonia: il logo della Conferenza ecclesiale dell’Amazzonia. * 8 gennaio-febbraio 2021 MC

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