Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2021

(basti pensare alle citazioni di frasi di papa Francesco, che in pubblicazioni o film vengono estrapolate dal contesto per far- gli dire quello che lui effettiva- mente non ha mai detto), ma se sono state dette così, ci sen- tiamo autorizzati a riportarle così. L’antichità ha un approccio di- verso: conta il senso profondo degli eventi, e per farlo capire gli autori antichi a volte inventa- vano particolari o avvenimenti. Lo stesso Tucidide, storico greco e non semita, ritenuto mo- dello di obiettività storica, af- ferma, nella «Guerra del Pelo- ponneso», che metterà in bocca ai suoi personaggi storici anche ciò che era verosimile o magari solo opportuno che dicessero in quella situazione. E lo afferma nell’introduzione, dando quindi R MC sul territorio, i quali, sentendo narrare la loro vicenda di fiducia in un Dio che aveva scelto gli oppressi e non i grandi della sto- ria, hanno riconosciuto in quel Dio lo stesso Dio che anche loro adoravano. E hanno pensato che quella vicenda di fiducia e ri- schio, interpretasse bene anche la loro esistenza di contadini o di pastori (per il resto avversari). Poi, col tempo, le «tre storie» (dei fuggiaschi, dei contadini e dei pastori) hanno finito con il confluire in una storia sola. UN APPROCCIO DIVERSO L’effettiva storicità degli eventi, che giustamente ci preoccupa quando parliamo di Gesù, è però in questo caso meno vinco- lante. Noi oggi abbiamo un approccio alla «realtà storica» che è molto diverso da quello dell’antichità. Noi troviamo citate con le virgo- lette, nei nostri giornali, solo le parole esatte che sono state pro- nunciate. Può poi accadere che quelle parole vengano tolte dal loro contesto, che aiuterebbe a capirle bene possiamo farcelo spiegare un poco. Esattamente ciò che pro- veremo a fare noi. QUALE STORICITÀ? Noi adulti ci mettiamo davanti al racconto dell’Esodo chiedendoci subito quale affidabilità storica abbiano le sue pagine. Al ri- guardo è stato scritto tantissimo e, di tanto in tanto, accadrà che anche noi faremo qualche cenno in merito. Per ora ci basti ciò che oggi viene ritenuto più probabile (non sicuro!) da tanti. È verosimile che un piccolo gruppo di persone abbia vissuto un’esperienza simile a quella narrata nel libro: la fuga da un re- gime poderoso e oppressivo, se- guendo non la più normale «via del mare» nel Nord del Sinai, ma quella, meno presidiata, che pas- sava attraverso le paludi del Mar Rosso settentrionale per avven- turarsi poi attraverso le oasi (rare e magre) del Sinai meridionale. Queste persone avevano perce- pito di essere state salvate da un Dio che le aveva scelte senza loro merito, se non quello di aver accolto una chiamata che chie- deva loro di seguirla senza avere certezze. Una volta approdati in Palestina, questi fuggitivi liberati si sono le- gati a gruppi umani già presenti 33 gennaio-febbraio 2021 MC

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