Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2021

MAISHA MAGUMU Caro Ambrogio, con benevola facezia più volte esclamavi «mai- sha ni magumu» ( la vita è dura ). Vero. Tanti ripetevano scherzo- samente il tuo ritornello. Vita dura: sfide, difficoltà, problemi. Ma pure sogni e progetti. Non ti arrendevi. Quante realizzazioni. Ora non farai più lunghi viaggi faticosi. Solo riposo. Non più de- serto, ma i prati ubertosi di una «maisha mazuri» ( vita bella e buona ) che il Buon Pastore ti dona in premio. A te, servo umile e fedele. Giuseppe Inverardi a cura di Gigi Anataloni A MC zione di un sogno di mons. Carlo Cavallera che voleva ringraziare la Consolata per le meraviglie operate in quella regione, a par- tire da quella che lui considerava la miracolosa apertura di quei territori «proibiti al Vangelo». Diventando vescovo, mons. Ra- vasi aveva fatto suo quel pro- getto, ma per venti anni, altre priorità come scuole, acqua, sa- lute, lotta alla fame e povertà, nuove missioni, i catechisti, il se- minario e l’impegno per la convi- venza pacifica tra i diversi gruppi etnici, avevano assorbito tutte le sue forze. L’anno giubilare del 2000 ha dato un nuovo stimolo all’antico sogno. Trovato un architetto ita- liano disposto a sognare con lui, ha coinvolto i santuari in tutta Ita- lia a dargli una mano e, intanto, ha maturato l’idea di costruire non solo un santuario per ringra- ziare la Madre di Dio, ma soprat- tutto un centro di preghiera e formazione per tutta la diocesi. Il tutto arricchito dal «safaria ya imani» (il viaggio della fede), quarantatre grandi quadri che presentano la storia della Sal- vezza e sono una calamita che Monsignor Ravasi | Marsabit | Consolata Mfariji | Missione attira tanti visitatori. Un luogo con una comunità residente che prega e insegna a pregare. Sia con l’esempio della vita che at- traverso incontri, ritiri, lectio di- vina e quanto altro può aiutare a vivere più profondamente la pro- pria fede. Iniziata la costruzione nel 2002, il santuario è stato inaugurato nel 2006 e poi ampliato con una piccola casa del pellegrino per coloro che desiderano fermarsi per qualche giorno di ritiro. COME MOSÈ SUL MONTE L’amore alla Consolata lo aveva indotto a costruire quel santua- rio, una meraviglia per l’ancora giovane chiesa del Marsabit. Lui ci aveva creduto. Per questo nei suoi ultimi anni è rimasto lassù, su quel monte, come Mosè con le mani alzate a inter- cedere per il suo popolo. Là, ac- canto alla tomba di un altro grande pioniere del Nord, padre Paolo Tablino, il suo corpo ora dorme un sonno eterno di pace, ma veglia in intercessione per la chiesa del Marsabit, che ha ser- vito con il prodigo amore del Buon Pastore. A sinistra: Nairobi, Consolata shrine: al funerale di suo fratello padre Attilio nel 2005. Qui sotto: istantanea del 2019 durante la visita del superiore generale allo shrine in Marsabit. Come sfondo, il dipinto della crocifissione, uno dei 43 della «Nja ya wokovu» del santuario di Marsabit. * * © AfMC / Jaime Carlos Patias 31 gennaio-febbraio 2021 MC

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