Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2021

Dai campi della Brianza alle savane del Kenya 1929: nasce a Bellusco il 17/02, da Nazzareno e da Stucchi Maria. 1935-1941: frequenta le scuole elementari a Bellusco. 1941-1943: a Vimercate, la scuola di Avviamento al lavoro. 1943-1945: sospesi gli studi, aiuta i genitori nel lavoro dei campi; sono gli anni più duri del secondo conflitto mondiale. 1945-1947: a 16 anni entra, a Montevecchia, tra i missionari della Consolata per iniziare gli studi ginnasiali. 1947-1952: prosegue gli studi alla Certosa di Pesio (Cuneo), con l’anno di noviziato e la pro- fessione religiosa il 10/11/1951. 1952-1953: anno di filosofia a Torino. 1953-1957: destinato agli Stati Uniti, si laurea in teologia presso l’Università Cattolica di Washington; il 9/02/1957 è ordinato sacerdote dal delegato apostolico Amleto Cicognani, sempre a Washington. 1957-1971: nei 14 anni di perma- nenza in Usa, riveste diversi in- carichi: dal 1957 al 1963 si dedica alla formazione nei seminari di Cromwel, Batavia e Buffalo; dal 1963 al 1968 ricopre la carica di superiore dei Missio- nari della Consolata negli Stati Uniti; dal 1968 al 1971 è incaricato della animazione missionaria e redige la rivista «Consolata Missions». 1971: è destinato alle missioni del Kenya. 1981: il 30 luglio, Giovanni Paolo II lo nomina vescovo di Marsabit. 1981: il 18 ottobre è consacrato vescovo a Bellusco in Brianza. 2006-2020: diventa vescovo emerito e si ritira in preghiera nel Maria Mfariji house of prayer shrine in Marsabit. 2020: il 30 ottobre riceve la chiamata finale al Cielo. assistere le piccole comunità di cattolici che già esistevano nei centri principali dove c’erano funzionari governativi e commer- cianti originari da Goa in India. Erano sorte, così, missioni in luo- ghi strategici con i loro addentel- lati di evangelizzazione e promo- zione umana: asili, scuole, dispen- sari, pozzi. Più tardi aveva iniziato a Maralal la scuola per catechisti e il seminario, il Good Sheperd seminary , per la formazione di sa- cerdoti dai popoli nomadi. IMPEGNO CONTINUO Non era facile subentrare a mons. Cavallera. Tuttavia, con persona- lità e stile diverso, mons. Ravasi continuò a far crescere la diocesi, sì da portarla alla sua «moltiplica- zione». Nel 2001 nacque la dio- cesi di Maralal (circa 21mila km 2 ), con mons. Virgilio Pante come primo vescovo, nel distretto Sam- buru a Sud, lasciando ancora a Marsabit un territorio di oltre 80mila km 2 al Nord. Il vescovo, ricco di umanità ed energia, era molto vicino ai mis- sionari e missionarie e alla gente. Affrontava sfide e situa- zioni difficili con invidiabile sere- nità. Vedeva bene i problemi, e sapeva comprendere e accom- pagnare. Sempre dialogante, ma determinato ed energico quando necessario. Reagiva, agiva, deci- deva. Forte la sua voce, più forte il suo carattere. Era un eccellente comunicatore. Scriveva moltissime lettere. Sia a Somerset quando, incaricato della direct mail , era a contatto con i benefattori, sia dopo. Le sue lettere non erano corte, per- ché ricche di notizie. Io non ho mai convissuto con lui nella stessa comunità. Ma eventi, circostanze e attività ci hanno messi vicini sia negli Stati Uniti che in Kenya, e dopo. Vicini… è dire nulla. Vicini e fratelli. Ab- biamo condiviso riflessioni, deci- sioni, cammini. La sintonia di convinzioni e valori era perfetta. Era sempre una gioia incontrarsi e ricordare. Askofu (vescovo) Ravasi, un autentico missionario dalla Consolata. VESCOVO EMERITO Raggiunti i limiti di età, nel 2006, ha dato le dimissioni e la diocesi è passata sotto la cura di mons. Peter Kihara che, da buon mis- sionario della Consolata, ha la- sciato la più centrale diocesi di Muran’ga con i suoi agricoltori montanari kikuyu per stare con i pastori delle savane e deserti del Nord. Il vescovo Ravasi, ormai emerito, ha chiesto allora, e ottenuto, di poter restare nella diocesi che ha tanto amato e, dopo un anno nell’episcopio, conscio del ri- schio di essere una presenza dif- ficile per il suo più giovane suc- cessore, si è trasferito nel «Maria Mfariji house of prayer shrine» (Maria Consolatrice casa di pre- ghiera e santuario), da lui fatto costruire in cima ai monti di Mar- sabit, per poter fare quello che sentiva ormai essere il suo servi- zio principale alla «sua sposa»: pregare. MARIA MFARIJI SHRINE Il santuario della Consolata con- solatrice ( Mfariji è colei che dona consolazione, faraja , ndr ), a 1.500 metri, è adagiato sulla montagna alle spalle della citta- dina di Marsabit. È la realizza- * KENYA 30 gennaio-febbraio 2021 MC © AfMC / Gigi Anataloni

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