Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2021

io (padre Inverardi, allora supe- riore generale, ndr ), per tracciare un cammino illuminato. NEL 1981, VESCOVO Le voci della candidatura di pa- dre Ravasi a vescovo di Marsabit già circolavano. La supposizione divenne certezza quando nel 1981 a Roma, durante il Capitolo generale dei missionari della Consolata, il cardinal Angelo Rossi, prefetto di Propaganda Fide, si appartò con lui e gli parlò a lungo. Doveva far breccia nella sua resistenza. Alla fine padre Ambrogio, per obbedienza, ac- cettò. Vescovo di Marsabit. La consacrazione avvenne il 18 ottobre, vigilia della giornata missionaria mondiale, al suo paese, Bellusco (allora nella pro- vincia di Milano) per le mani di ben tre vescovi africani: il cardi- nal Maurice Otunga di Nairobi e i vescovi Cesare Gatimu di Nyeri e John Njenga di Eldoret. incaricato della direct mail (il ser- vizio di corrispondenza con i be- nefattori, ndr ), e anche direttore della rivista Consolata missions . Visse un episodio drammatico come maestro dei novizi, fortu- natamente senza conseguenze. Un novizio, veterano di guerra, all’improvviso impazzì. Bran- dendo un coltello minacciò pa- dre Ravasi. Non so con quali convincenti parole lo dissuase, ma fu salvo. 1971, IN KENYA Nel 1971 raggiunse finalmente il Kenya, una destinazione attesa da anni, per svolgere esplicita at- tività missionaria. Il suo desiderio fu però tradito. Lo mandarono su- bito come insegnante e cappel- lano al Teacher’s college di Egoji, diocesi di Meru, dove svolse un apostolato significativo tra i giovani studenti che si pre- paravano a essere insegnanti. Dopo soli tre anni, fu eletto vice superiore regionale dei missio- nari in Kenya, un servizio a tempo pieno. Rifiutata la riele- zione nella speranza di poter fi- nalmente essere inviato nei vil- laggi più remoti, dal 1977 al 1981, come l’Allamano, dovette accet- tare la «parrocchia più grande», e divenne superiore e formatore dell’incipiente seminario dei mis- sionari della Consolata a Lan- gata, alla periferia di Nairobi. Erano i primi passi in Africa della formazione di missionari nativi del paese, attraverso gli studi di filosofia prima, e il noviziato e gli studi teologici poi. Il «nuovo» doveva inserirsi sull’al- bero della tradizione del carisma, e la tradizione doveva accogliere il nuovo culturale. Un futuro ine- dito ma promettente di fecondità. Padre Ravasi ne era convinto. La formazione nel nuovo conte- sto richiedeva discernimento, pa- zienza, fiducia, apertura, realismo. E se l’educazione, come afferma don Bosco, è un’arte dell’amore, tanto più lo era nelle nuove circo- stanze. Padre Ravasi possedeva i necessari requisiti, e li esercitava con intelligenza e cuore. Quante conversazioni e considerazioni assieme ai suoi cooperatori for- matori, alle quali partecipavo pure LA DIOCESI NATA GRANDE Marsabit è la diocesi creata dal nulla nel 1964 per mons. Carlo Cavallera, quando lodevolmente si dimise da vescovo di Nyeri per passare la mano al primo ve- scovo keniano, mons. Cesare Gatimu, suo ausiliare dal 1961. Il Marsabit del deserto, delle strade impolverate, delle di- stanze interminabili, degli shifta (banditi guerriglieri somali, ndr ), dei gruppi etnici in conflitto tra loro per le scarse risorse, delle difficoltà a non finire. Lo zelo e l’intraprendenza di mons. Caval- lera avevano fatto fiorire il de- serto già a cominciare dal 1952. Allora, in piena ribellione Mau Mau, aveva incoraggiato i suoi missionari a entrare nelle terre del Nord, formalmente parte della sua diocesi di Nyeri, ma chiuse ai missionari dal potere coloniale inglese, per visitare i campi dei prigionieri politici a Baragoi. Più tardi entrarono per A MC 29 gennaio-febbraio 2021 MC © AfMC / Gabriele Soldati © AfMC / Gigi Anataloni In queste pagine: l’ordinazione episcopale il 18/10/1981 a Bellusco e la copertina di MC dicembre 1981. | ( sotto ) con donne samburu alla benedi zione della chiesetta di Lemisigiyoi nel Samburu nel maggio 1989. *

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