Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2020

È interessante notare come alcuni ter- mini che all’origine avevano un loro un preciso significato, ora ne abbiano un altro ben diverso. È il caso del so- stantivo femminile «beghina» (mentre il cor- rispondente maschile - bagardo - non è mai stato popolare) che «nell’uso comune - scrive il vocabolario Treccani - [si riferisce a una] donna che ostenta una devozione puramente esteriore e formale; bigotta, bacchettona». Questo termine, a partire dal XII secolo, fu utilizzato per indicare membri di associazioni religiose femminili formatesi al di fuori della struttura ufficiale degli ordini monastici e re- ligiosi con lo scopo di una rinascita spirituale della persona e di un rinnovamento della Chiesa. A tali associazioni si univano donne nubili o vedove, donne pie, fortemente reli- giose, ma volutamente non monache. Si con- sacravano al Signore e vivevano in comunità (beghinaggi) o in piccoli gruppi, ma non abi- tavano nei conventi. Contraevano voti simili a quelli degli ordini religiosi, però privilegia- vano la libertà individuale, non rinunciavano ai loro beni e si impegnavano a vivere del la- voro manuale e a distribuire il superfluo. Si affidavano a un consigliere spirituale, ma senza rispondere direttamente alle autorità ecclesiastiche. Questi movimenti sorsero soprattutto nelle Fiandre (oggi parte del Belgio) intorno al 1150 e si diffusero largamente in Germania e in Francia, e, in misura minore, in Italia, avendo séguito proprio in tempi in cui nascevano i grandi ordini religiosi, come i francescani, i domenicani, i cistercensi. Il tempo di mas- sima fioritura fu il XIII secolo, a cui seguì un periodo di declino con una ripresa nel XVII secolo che neppure la Rivoluzione francese riuscì a spegnere. Le ultime beghine erano ancora attive in Belgio negli anni ‘70 del se- colo scorso. Sebbene influenzate dalla vivacità religiosa del tempo e dalla voglia di rinnovamento che condividevano con i nuovi ordini mendi- canti, queste associazioni presto caddero in sospetto di eresia a causa di interpretazioni molto personali e a volte esclusivamente let- terali delle Sacre Scritture. Questo era dovuto al fatto di non avere una regola scritta, uni- forme e approvata, all’eterogeneità dei gruppi e alla larga diffusione tra il popolo, e all’es- sere spesso confuse con movimenti ereticali come Manichei, Catari, Osservanti, Albigesi, Flagellanti e Fratelli del Libero Spirito. Il termine «beghina» ha un significato incerto e «deriverebbe dal verbo beggen (cfr. ingl. to beg ) “pregare” e insieme “mendicare”, o dal francese antico bege (mod. beige ), ossia dai “panni bigi” di rozza lana di cui si vestivano» (enc. Treccani). Probabilmente è stato utiliz- zato anche con connotazioni dispregiative e derisorie da parte dei membri delle istituzioni ecclesiali più antiche che guardavano con so- spetto la nascita in seno alla Chiesa di simili movimenti. Noi abbiamo voluto saperne di più collo- quiando con Hadewijch d’Anversa, una delle rappresentanti di spicco del movimento delle beghine di quei secoli. 55. Hadewijch d’Anversa beghina, mistica e poetessa MC R 4 chiacchiere con ... INTERVISTE IMPOSSIBILI CON «I PERDENTI» 74 agosto-settembre 2020 MC di Mario Bandera

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