Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2020

collega ungherese, che in Polonia Morawiecki ha ormai imbavagliato la magistratura e che in Re- pubblica Ceca, Andrej Babiš è stato travolto da innumerevoli scandali finanziari e di corruzione. Tutti questi capi di governo inoltre hanno negato il coinvolgimento dei propri cittadini nella depor- tazione di ebrei durante la Seconda guerra mon- diale e, in alcuni casi, hanno anche contestato l’esistenza di campi di concentramento. È inoltre utile far notare che le classi politiche (e quindi le popolazioni) di molte nazioni del vec- chio blocco sovietico sono spaccate sull’opportu- nità o meno di aderire all’Unione europea o se orientarsi verso l’alleato storico, la Russia. Se fino alla metà della seconda decade del XXI secolo la prima opzione prevaleva, dopo il 2015 la politica di Bruxelles sull’immigrazione ha iniziato a es- sere vista troppo invasiva negli affari interni au- mentando il consenso popolare e populista di una politica sovranista. porti con la Chiesa romana. Inoltre non bisogna dimenticare che l’area balcanica rappresentata dalla Grecia, dalla Bulgaria e, in misura minore, da Romania e Ungheria, è stata sempre il primo baluardo cristiano contro la penetrazione isla- mica in Europa. Bulgaria e Grecia hanno sempre avuto rapporti difficili con il mondo bizantino e con l’impero ottomano, suo successore, e ancora oggi la Bulgaria ha una forte minoranza turca re- sidente sul suo territorio. Questo complesso tessuto storico, culturale e sociale che si differenzia così tanto dall’Europa ideata da Spaak, Schuman, Monnet e De Gasperi spiega come mai sia così difficile mantenere un rapporto di convivenza con queste nazioni e come mai, invece, il legame con i paesi baltici, più legati alla cultura del Nord Europa, sia molto più fluido e produttivo. Non solo Orban: sì ai soldi, no al resto La miopia dei nostri governanti europei all’inizio del XXI secolo è stata più culturale che politica ed economica. Lo dimostra il fatto che, nono- stante l’Unione europea continui a foraggiare con (troppa) generosità Polonia, Ungheria, Bul- garia, Repubblica Ceca, i governi di questi paesi continuano a criticare e a respingere le leggi emanate da Bruxelles in termini d’inclusione so- ciale, libertà di stampa e di diritti umani. Viktor Orbàn, è il caso più pubblicizzato sui nostri media a causa della sua amicizia con Salvini, ma non dobbiamo dimenticarci che in Bulgaria l’au- toritarismo di Borisov non sfigura di fronte al ssier 48 All’Est, inclusione sociale, libertà di stampa, diritti umani sono secondari. “

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