Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2020

ssier 46 agosto-settembre 2020 La libertà di parola è diminuita, ma l’aumento delle fake news è impressionante. “ non venissero pubblicate notizie non confermate (leggi non approvate dal consiglio stesso) che minassero la reputazione politica, sociale e pri- vata della «Municipalità di Blagoevgrad, il Consi- glio comunale cittadino, il sindaco, il presidente dell’ufficio comunale e le autorità municipali». Nell’ottobre 2017 il deputato del Gerb Anton To- dorov ha minacciato in diretta il giornalista della Nova Tv, Viktor Nikolaev, per aver avuto la sfron- tatezza di criticare l’allora vice primo ministro Valeri Simeonov. Lo stesso Borisov (ancora lui) e molti suoi mini- stri hanno più volte intimidito i giornalisti lan- ciando anche insulti poco consoni alla loro posizione governativa e pubblica, sulla linea del «lei non sa chi sono io». La figura più sfrontata del panorama mediatico bulgaro è il già citato Delyan Peevski, membro del Movimento per i diritti e la libertà ( Dviženie za Prava i Svobodi , Dps) e soprannominato da Radio Bulgaria come «l’incontrastato moghul della stampa della Bulgaria». Il suo gruppo New bulgarian media group (Nbmg), oltre a possedere le due principali case editrici, controlla l’80% della carta stampata tra cui Borba , Monitor , Politics , Meridian Match e il Telegraph , il quotidiano più letto in Bulgaria. Colluso con il Gerb e con Borisov, nel 2013 Peev- ski venne eletto presidente dell’Agenzia di stato per la sicurezza nazionale. In un raro impeto di rabbia, 10mila bulgari si riunirono di fronte al parlamento per protestare inscenando cori di «mafia» e «dimissioni», ottenendole il giorno dopo. I giornali del Nbmg pubblicano spesso articoli cospirazionisti diretti contro Ong, società civile o organizzazioni che osano criticare il governo e le politiche xenofobe da lui varate. Il leit motiv se- guito è sempre lo stesso: sono organizzazioni al soldo di Soros o di qualche potere forte straniero il cui unico scopo è quello di distruggere la cul- tura e la tradizione autentica bulgara. Nel 2018 ha fatto approvare al parlamento una legge che obbliga i proprietari dei media bulgari a indicare i finanziatori esterni dei network di loro proprietà, in modo da avere un quadro pre- ciso delle politiche intraprese da ogni sostenitore privato. Il principale problema della libertà di stampa in Bulgaria è che manca una legge che regola la concentrazione della proprietà. Nova, bTv e la statale Bnt ( Bălgarska nacionalna televizija ) generalmente sono considerate come media filogovernativi. Come accade in Italia, anche in Bulgaria i partiti al governo si sparti- scono il servizio pubblico: in questo gioco poco edificante, il Bnt, considerato fino al 2017 indi- pendente, da quando è passato sotto la dire- zione di Konstantin Kameanrov, vicino al partito Gerb, ha avuto un cambio di rotta sottometten- dosi all’esecutivo. Anche la qualità dei pro- grammi ne risente: la bTv, il canale televisivo più seguito, nel 2017 ha riveduto la sua programma- zione volgendosi verso l’intrattenimento per i giovani (leggi programmi social, varietà). Al di fuori di Sofia, non vi è alcun tipo di giornali- smo d’inchiesta: le storie che vengono trattate nella provincia vertono su gossip, crimini, vio- lenze. Il giornalismo locale sta sparendo anche perché i bulgari preferiscono utilizzare siti di no- tizie provenienti da Facebook con un vistoso calo della qualità dei servizi e un aumento impressio- nante di fake news a cui i lettori si affidano senza dubitare. Così notizie quali la volontà del- l’Unione europea di bandire la religione orto- dossa, che l’acqua di Sofia fosse stata volontariamente inquinata, che i soldati bulgari erano stati costretti dalla Nato a sparare a obiet- tivi russi, o la notizia, sempre attuale, che il Sars- CoV-19 sia un virus prodotto artificialmente dalla Cina a cui si aggiungono miriadi di ricette auto- prodotte per combatterlo, sono sempre più la fonte di informazione principale presso la società bulgara. Una nuova Bulgaria? L’inno nazionale bulgaro, splendidamente musi- cato da Svetan Radoslavov, elogia la Bulgaria come «cara terra natìa, tu sei il paradiso in terra, la tua bellezza e il tuo fascino, ah, non hanno fine». Le bellezze artistiche e culturali di questa terra sono tra le più ricche e preziose che l’Europa possa offrire, ma affinché possano continuare a perpetuare la bellezza e il fascino cantato nel- l’inno nazionale, l’Unione europea deve adope- rarsi affinché la classe politica e i bulgari stessi si mostrino più attenti al rispetto dei diritti umani e più corretti verso il proprio paese. I bulgari dovranno cominciare ad essere meno ossequiosi e cerimoniosi verso chi si presenta con prepotenza ed arroganza. Da parte sua, Bru- xelles dovrà abbandonare la politica, sino ad ora perseguita, della morbidezza e dell’accomoda- mento verso chi sta portando la Bulgaria nel ba- ratro dello sviluppo umano e nella rovina ambientale. Piergiorgio Pescali

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=