Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2020

Bulgaria ed Europa 39 agosto-settembre 2020 (8% della popolazione) sono forse gli elementi più evidenti di questa tensione sociale. Tuttavia, mentre i turchi sono concentrati principalmente nelle regioni Nord orientali del paese e nella pro- vincia di Kardhali, i rom sono sparsi a macchia di leopardo e convivono porta a porta con i bulgari in ogni villaggio della nazione. Il che rende la coabitazione sempre più problematica. Il movimento «Ataka» (Attacco), attualmente presente in parlamento in coalizione con altri due partiti a forte connotazione etnica e nazio- nalista, rappresenta forse la parte più estrema del fronte xenofobo e razzista. Il suo leader e fondatore è Volen Siderov, giornalista, fotografo e scrittore che, all’inizio degli anni Duemila, con- dusse un programma molto popolare sul canale televisivo privato Skat dal titolo, appunto, di Ataka. Fortemente antisemita, antiturco, antieuropeo e pro Russia, Siderov è critico verso le clausole che hanno permesso alla Bulgaria di aderire al- l’Unione europea, come il forte ridimensiona- mento della centrale nucleare di Kozloduy. Ha definito l’adesione alla Nato un tradimento verso la nazione al pari del Trattato di Neuilly-sur- Seine che il 27 novembre 1919 aveva costretto la Bulgaria a cedere la Tracia alla Grecia e altri terri- tori alla Yugoslavia. Secondo Ataka, Nato e Unione europea avrebbero permesso a non me- glio precisati gruppi sovranazionali di redigere un piano per distruggere la Bulgaria e sterminare il suo popolo. Più volte Siderov ha definito i rom come «umanoidi» che sopravvivono «rubando ed ingannando». Nel 2014 è stato anche protago- nista di un violento attacco verbale compiuto a bordo di un volo di linea Sofia-Varna contro Sté- phanie Dumortier, una collaboratrice dell’amba- sciata francese insultandola, tra l’altro, per il suo accento spiccatamente francese ed «effemmi- nato». L’incidente, che ha rischiato di creare una crisi di- plomatica tra i due paesi, non è un isolato atto di fanatismo, bensì riflette la percezione sociale di una Bulgaria che si sente alla periferia di tutto: dell’Europa, dell’Asia, della Russia. Essendo ai margini, si sente al tempo stesso isolata, mani- polata, ma anche pedina vitale (e, a volte, sacrifi- cabile) nei giochi tra le potenze. Il risultato è l’avanzata di un forte nazionalismo e settarismo con velleitarie nostalgie verso il passato dei grandi imperi. L’Unione europea, dopo essere stata considerata la deus ex machina per lo sviluppo economico nel decorso post socialista, è ora sempre più spesso additata come causa dei problemi che af- fliggono la nazione, tra cui l’immigrazione. La storia del «cacciatore di migranti» Dinko Valev è una delle tante figure oscure e preoccupanti di questa ondata revanscista. Ac- canto al suo lavoro di commercio di parti di ri- cambio per bus e camion che, a suo dire, già a 23 anni lo ha portato a guadagnare il suo primo mi- lione di lev , ha organizzato un vero e proprio esercito personale di 1.500 volontari che dispon- gono di quattro veicoli corazzati, un elicottero militare e diversi droni e quad. Ogni giorno, a turno, decine di questi paramilitari pattugliano la zona di confine con la Turchia alla ricerca di mi- granti che scavalcano illegalmente la rete di filo spinato costruita dal governo di Sofia. Valev si definisce «un uomo d’affari di successo, un padre di famiglia e un patriota. Difendo la mia madrepatria e i paesi slavi dall’invasione di migranti illegali. Migranti, lo ripeto, perché non sono rifugiati. Sono siriani, afghani, pakistani, somali, sudanesi, iraniani…». Nonostante l’ufficio locale del Comitato Helsinki per i diritti umani abbia accusato Dinko di viola- L A RELIGIONE IN B ULGARIA : ● Chiesa ortodossa bulgara 59,5% ● Islam 7,9% ● Chiesa cattolica 0,7% (fonte: Censimento 2011) Il nazionalismo diventa xenofobia e razzismo. Anche verso le minoranze. “

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