Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2020

17. Paolo a Corinto ed Efeso (At 18-19) A lla fine del capitolo 17 degli Atti degli Apostoli, Paolo si allontana de- luso e schernito da tene e si rifugia a Corinto, dove si fermerà per circa un anno e mezzo. Poco dopo si fermerà altri due anni a Efeso. Non erano città semplici. Corinto, a cavallo tra due porti, era città di commercianti, di gente magari grezza ma astuta. La città evocava una vita disso- luta, costosa, dove gli ingenui venivano facilmente depredati. Efeso era la capitale di una delle regioni più ricche dell’im- pero, nessun tempio riceveva più offerte del suo, dedicato ad Artemide, considerata una divi- nità potentissima, affascinante e terribile. In queste due città, Paolo pre- dica per più tempo, perché lo Spirito gli garantisce che lì un popolo numeroso è chiamato a incontrare Gesù (At 18,10). Evi- dentemente il cristianesimo ac- cetta le sfide impegnative. Siccome Luca sceglie di raccon- tarci solo alcuni episodi sparsi di questi anni, anche noi non procediamo in ordine cronolo- gico ma riprendiamo alcuni dei temi da lui sollevati. Uno storIco accUrato Partiamo da un aspetto che po- trebbe sembrare marginale. Luca definisce definisce «pro- consoli» sia Gallione per l’Acaia (18,12) che il governatore di Efeso. Proconsoli, non procura- tori, come ci si poteva atten- dere (cfr. At 23,24; 26,30), e a Efeso cita correttamente gli «asiarchi» (19,31), pur avendo parlato di «politarchi» per Tes- salonica (17,6: nella traduzione italiana sono «capi della città»). Questi usati da Luca, sono i ti- toli corretti, confermati da iscri- zioni o testi antichi. L’evangeli- sta è inoltre informato dell’e- ditto di espulsione da Roma dei giudei (18,2), che, al di là dei proclami, aveva in realtà coin- volto ben poche persone. Noi abbiamo in mente una realtà imperiale molto compatta e omogenea, sul modello degli imperi del XVII secolo. I romani però distinguevano, separa- vano, privilegiavano gli uni a detrimento dei vicini, utiliz- zando titoli diversi per rendere ancora più difficile l’omologa- zione. L’unico modo per utiliz- zare i titoli corretti era avere una grande cultura o una pre- cisa conoscenza derivata dall’e- sperienza. Certo, si potrebbero imputare a Luca alcuni silenzi: come è pos- sibile che non parli (quasi) mai della chiesa di Alessandria, che meno di un secolo dopo sa- rebbe emersa come una delle più grandi, strutturate e colte? Già in At 6, sulla vicenda degli ellenisti e dei diaconi, aveva glissato su problemi che pure la- scia intuire. Non è una critica: gli storici contemporanei di Luca erano enormemente più disin- volti nel manipolare la storia. Lui non lo fa, anche se, narrando solo qualcosa, ci presenta l’i- deale. Pur lasciandoci intuire una realtà non così perfetta. Pre- stiamo quindi ancora più atten- di Angelo Fracchia, biblista COSÌ STA SCRITTO ♦ attI deglI apostolI una chiesa in uscita MC R zione a ciò che ci racconta. Con un occhio a ciò che tace. I collaboratorI Gli Atti si muovono ormai in- torno a Paolo, che però non viaggia da solo. Il cristianesimo non sopporta gli attori solisti, è sempre comunità. Paolo, quindi, è sempre circondato da altre persone: che siano collaboratori stretti (Gaio e Aristarco, di cui non sappiamo altro: 19,29; e i ben più noti Sila e Timoteo: 18,5) o supporti quasi casuali, come Tizio Giusto (18,7) e Tiranno (19,9) che ospitano a lungo Paolo, o Alessandro (19,33), che è un ebreo ma intende parlare a difesa anche dei cristiani. Op- pure vere e proprie colonne, come Apollo e la coppia Aquila e Priscilla. Questi ultimi sono ebrei di Roma, dai nomi latini, anche se grecizzati, e vengono sempre citati insieme. Marito e moglie, fabbricanti di tende, non si fanno deprimere dall’espulsione da Roma (probabilmente moti- vata già dalle discussioni su Gesù), ma ne approfittano per farsi evangelizzatori anche al- trove. Priscilla (la «piccola Pri- sca», suo vero nome) sembra la vera guida di una coppia che si muove con coraggio («Essi per salvarmi la vita hanno rischiato la loro testa»: Rom 16,4) e acume. Infatti, quando ascol- tano Apollo e colgono l’imperfe- zione della sua predicazione, non pensano di tarpargli le ali, ma gli spiegano meglio come stanno le cose e poi lo racco- mandano, inviandolo là dove può fare bene, a Corinto. A volte tendiamo a rendere 32 agosto-settembre 2020 MC

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