Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2020

tivo non sono più il villaggio o la colonna di militari, ma centri im- portanti: Mocimboa da Praia, Ki- songo e Mudimbe. A Quissanga attaccano e occupano la ca- serma della polizia e issano sul tetto la bandiera nera dello Stato islamico. Lo stesso Daesh, attraverso i suoi media, riven- dica l’azione e, di fatto, ricono- sce i miliziani come suoi «sol- dati». «All’inizio - spiega dom Luis Fer- nando Lisboa, vescovo di Pemba in un’intervista alla Fon- dazione Missio - si parlava di un nemico senza volto. Negli ultimi attacchi si sono presentati come miliziani dell’Isis. Abbiamo però dubbi sulla reale affiliazione allo Stato islamico. Usano questo nome, ma non abbiamo la cer- tezza che siano realmente legati alla rete fondata da Abu Bakr al- Baghdadi». La stessa tesi è so- stenuta dai missionari sul posto da noi sentiti: «Gli ultimi attacchi sono stati ben pianificati. Si è notato un salto di qualità nell’a- zione. Le strutture del governo sono state bruciate in modo si- stematico. La matrice religiosa, però, è emersa solo poco tempo fa. In Mozambico si pensa che ci siano interessi par- ticolari che si nascondono die- tro la copertura religiosa». MC A Islam radicale | Attentati | Gas e petrolio 2017. I miliziani prendono di mira piccoli villaggi. Li assaltano e uccidono in modo efferato uo- mini, donne e bambini. Incen- diano le capanne e i raccolti. E, una volta compiuta l’azione, spariscono e tornano nei loro ri- fugi. La gente è spaventata. Molte famiglie fuggono dalle proprie abitazioni per cercare ri- paro in zone più protette. La reazione dello stato non è pronta. Di fronte ai primi attac- chi, Maputo invia rinforzi alla po- lizia, ma sono insufficienti. Poi invia i militari. I reparti che sal- gono al Nord sono composti da ragazzi di leva, male armati, male equipaggiati e, soprattutto, demotivati. Infatti gli attacchi continuano. Sempre più cruenti. Inizialmente, però, i miliziani as- saltano all’arma bianca, con vecchi machete. A volte orga- nizzano imboscate ai convogli dei militari o delle forze di poli- zia. Uccidono i soldati e gli agenti e si impossessano delle loro divise. Travestiti da militari attaccano altri villaggi. La popo- lazione, confusa, non sa se è stata presa d’assalto dalle forze dell’ordine o dai miliziani. E fugge. In un video girato dai ter- roristi nella provincia di Cabo Delgado e fatto circolare sul web, si vedono uomini armati che camminano nell’erba alta e costeggiano un grande edificio bianco. La maggior parte di essi porta con sé fucili automatici e indossa uniformi dell’esercito mozambicano. In lontananza si ode qualche sparo e voci che gridano «Allahu Akbar» (Dio è grande). In un altro video, sem- pre pubblicato sul web, si vede un poliziotto morto e poi, quando lo zoom apre l’inqua- dratura, se ne vede un secondo, poi un terzo, un quarto. Infine una pila di armi automatiche in quello che può essere un depo- sito della polizia o delle forze ar- mate. IL SALTO DI QUALITÀ All’inizio del 2020 si registra «un salto di qualità» negli attac- chi. In mano ai miliziani non ci sono più i machete, ma le armi automatiche rubate nei depositi delle forze dell’ordine. L’obiet- 17 agosto-settembre 2020 MC © AFP/ Marco Longari All’inizio si parlava di un nemico senza volto. Adesso dicono di essere dell’Isis. "

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