Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2020

A CHI GIOVA? In realtà non si sa chi ci possa essere dietro questi terroristi. Secondo alcuni esperti interna- zionali, al-Shabab mozambicano sarebbe uno strumento in mano a gruppi di potere che cercano di accaparrarsi i ricchi giaci- menti della provincia, oppure sarebbero la pedina che alcuni politici muovono da Maputo per contrastare il governo legittimo. «Le ricchezze del sottosuolo possono essere la causa di que- sta ribellione? - si chiede dom Luis Fernando Lisboa -. Difficile dirlo. In merito non abbiamo certezze. Sappiamo che altrove, in Nigeria, ma anche in Iraq e in Siria, gruppi jihadisti hanno sempre cerato di impossessarsi dei campi petroliferi. Qui nel Nord del Mozambico abbiamo grandi giacimenti di gas. Può essere che ci sia qualcuno che sfrutta queste milizie per impa- dronirsi di queste aree. A mio parere, però, ci sono altre ra- gioni. Il Mozambico è uno dei paesi più poveri al mondo e la provincia di Cabo Delgado è sempre stata emarginata. Que- sta povertà spinge i giovani nelle braccia di fondamentalisti, tanto più che al-Shabab paga i miliziani e offre loro cibo». Di fronte a queste minacce le aziende energetiche coinvolte nello sviluppo del bacino del Rovuma hanno cercato di iso- larsi. Le imprese di sicurezza ri- cevono più di un milione di dol- lari al mese per tenere al sicuro i lavoratori. Queste guardie ar- ruolano scorte armate prove- nienti dai reparti migliori delle forze governative. Una pista d’atterraggio è stata costruita a Pelma, la cittadina che serve gli impianti offshore. Oltre a propagandare un islam feroce e fanatico, questi mili- ziani controllano anche una se- rie di traffici illeciti e il contrab- bando di merci con la Tanzania. «Tutti hanno puntato gli occhi verso i giacimenti di gas - os- serva un missionario del posto -, ma questa zona è ricchissima di risorse naturali: rubini, legno pregiato, ecc. La gestione di queste risorse fa gola a molti. Voci dal territorio parlano anche di traffici di sostanze illecite e, addirittura, di organi umani. Sono voci, e non mi sento di sottoscriverle, ma tutto è verosi- mile in questo contesto». CRISTIANI E MUSULMANI A subire gli attacchi è tutta la popolazione locale, sia essa di fede islamica o cristiana. Recen- temente sono state attaccate anche alcune missioni. Ad Awasse è stata attaccata la co- munità dei monaci benedettini. Gli assalitori hanno distrutto tutto e si sono impossessati di molti beni, inclusa un’automo- bile. I religiosi sono stati co- stretti a rifugiarsi nella boscaglia dove sono stati due giorni. Il ve- scovo di Pemba ha chiesto a loro e alle loro consorelle bene- dettine di trasferirsi in Tanzania per mettersi in sicurezza. Se i cristiani piangono le loro vittime, altrettanto fanno i musulmani. «Le prime vittime di questi attac- chi - continua il missionario - sono proprio i musulmani. La co- munità islamica locale è terroriz- zata». «Fin dall’inizio - osserva dom Luis Fernando Lisboa -, i musulmani del Mozambico hanno preso le distanze da que- sti attacchi. I leader hanno con- dannato le uccisioni e le vio- lenze affermando che tutto ciò non ha nulla a che fare con l’i- slam. Lo stesso hanno fatto il Consiglio islamico e il Con- gresso musulmano che, in un appello, hanno dichiarato che non considerano islamici questi miliziani e che essi non possono in alcun modo utilizzare il nome dell’islam». «Come fantasmi – conclude il vescovo -, i ribelli compaiono e scompaiono senza farsi vedere, lasciando dietro di se i resti dei disastri compiuti. Ma sappiamo che i fantasmi non esistono. È un pezzo di lenzuolo che nasconde qualcosa o qualcuno. Dobbiamo togliere questo lenzuolo per smascherare chi si nasconde dietro». Enrico Casale * MOZAMBICO " Può essere che qualcuno sfrutti queste milizie per impadronirsi dei giacimenti petroliferi. Qui: militari mozambicani pattugliano le strade di Mocimboa da Praia, all’indomani di un duplice attacco di presunti islamisti, 2018. * © AFP/ Adrien Barbier 18 agosto-settembre 2020 MC

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