Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2020

lanciano pietre per rispondere alle pallottole. Ed è vero, ogni sera qui tutto degenera per via delle forze antisommossa e delle milizie infiltrate fra di loro, che sedano con la violenza ogni tentativo di manifestazione. Di notte infatti gli scontri si fanno più duri. Con il favore del buio è più facile picchiare, sparare, at- taccare senza essere visti. La democrazia, da queste parti, non esiste. PERCHÉ LA RIVOLTA La domanda è: per cosa com- battono i giovani? In uno stato che si definisce de- mocratico, la polizia entra nei bar e confisca telefoni con con- tenuti ritenuti sospetti o perico- losi. Come messaggi o fotogra- fie che dimostrino la partecipa- zione del malcapitato a una delle manifestazioni pacifiche che giornalmente invadono le strade della città. Dal primo di ottobre 2019 la connessione internet è stata dapprima bloccata e poi, dopo le prime proteste, restituita, ma con una limitazione di poche ore al giorno e con una velocità bassissima così da rendere pra- ticamente impossibile diffon- dere in tempo reale ciò che sta succedendo. I ragazzi usano una connessione privata, tra- mite un’applicazione che per- mette loro di farlo senza essere geolocalizzati. La scarichiamo anche noi sui nostri cellulari, non si sa mai. Dai primi di ottobre, anche le scuole sono chiuse, come gli uf- fici pubblici. Ogni giorno, « educated people » (persone formate), come ven- gono definiti medici, infermieri, insegnati, studenti universitari, scendono in strada per manife- stare contro questo regime che non si vuole definire dittatoriale, almeno non ad alta voce, ma che a tutti gli effetti rende im- possibile l’accesso a servizi fon- damentali e lede i diritti umani. ATTACCO ALL’OSPEDALE Novembre, le forze antisom- mossa attaccano persino l’ospe- dale dove ci troviamo per docu- mentare l’operato di una Ong. Vengono utilizzati lacrimogeni contro civili: il bilancio dell’at- tacco sarà di nove feriti e tre in- tossicati. Prima di attaccare, inoltre, hanno tolto la luce: in ospedale si continua a operare muniti di torce, perché non ci sono gene- ratori. I medici restano in sala operatoria fino a quando è pos- sibile. Eppure il peggio deve an- cora arrivare. Il 28 novembre infatti, alle 3 e 5 del mattino, si verifica l’azione più violenta dall’inizio delle pro- teste. Diecimila uomini armati inter- * IRAQ 12 agosto-settembre 2020 MC Sanno che scendere in piazza significa rischiare la vita, ma non importa. "

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