Missioni Consolata - Giugno 2020

Reportage fotografico (ma non solo) sulle orme di una Ong italiana BENIN MC A considerati sacri. A prender- sene cura sono sacerdoti della Tribù dei serpenti, facilmente ri- conoscibili grazie alle scarnifica- zioni sul volto rappresentanti, in forma stilizzata, i denti dei pi- toni. La religione vudù è sopravvis- suta alla colonizzazione euro- pea, e gli antichi riti e cerimonie continuano a essere celebrati grazie ai dignitari del culto che sono stati in grado di trasmet- terne la memoria. Nato allo scopo di propiziarsi i favori degli dei per ottenere feli- cità e prosperità, il vudù man- tiene ancora oggi un lato oscuro che offusca la bellezza di tradi- zioni, canti, e memoria. È a Cotonou, città più popolosa del Benin, che ci imbattiamo per la prima volta nell’anima nera di questo credo. Molte sono le donne che fug- gono dai paesi che circondano la città portando con sé bimbi appena nati affetti da labbro le- porino o malformazioni del volto e degli arti. È la fame, e dunque la carenza di sostanze come l’acido folico, uno dei motivi principali per cui molti bambini nascono con gravi malformazioni. Purtroppo però questi «segni» sul volto o sul corpo vengono vi- sti da chi pratica il vudù come simboli del male e spesso il bimbo che li porta è allontanato dal villaggio o, nel peggiore dei casi, ucciso. VICTORIA, MADRE CORAGGIO È questa la storia di Victoria. La sua Miracle, una bimba di pochi mesi, affetta da labbro leporino, è stata condannata a morte dallo stregone del villaggio. Quando Victoria arriva in ospe- dale davanti all’equipe di Emer- genza Sorrisi (Ong romana che opera in ambito sanitario, vedi box ) appare disperata. Ha per- corso decine di chilometri, scap- pando di notte dal proprio vil- laggio per non essere vista e poter così raggiungere l’ospe- dale. Nonostante i chirurghi sconsi- glino vivamente l’operazione, (Miracle infatti è davvero minu- scola e denutrita, c’è il forte ri- schio che non sopporti l’aneste- sia), Victoria insiste perché la sua piccolina venga operata. La scelta è tra affrontare il ta- volo operatorio e mettersi nelle mani di uno stregone: se nel primo caso c’è almeno una spe- ranza, nel secondo non c’è nemmeno quella. I l Benin, paese dell’Africa occidentale francofona, confina a Ovest con il Togo, a Nord con il Burkina Faso e il Niger, a Est con la Nigeria e si affaccia a Sud sull’Oceano Atlantico. Qui l’età media è 45 anni: fame, malattie come l’Aids, la malaria o il colera sono fra le principali cause di morte. Il Benin, insieme alle aree limi- trofe della Nigeria, è la culla della religione vudù, ricono- sciuta ufficialmente dallo stato (e dalla quale, in parte, deriva anche il vudù haitiano, ndr ). In lingua Fon, la più parlata nel Sud del paese, la parola «vudù» significa «anima, forza». Più pre- cisamente è la città di Ouidah che viene definita «capitale vudù». Il 90% degli abitanti, in- fatti, pratica questa religione. Arrivati a Ouidah ci si imbatte in un forte contrasto: nella tran- quilla cittadina costiera infatti, il «Tempio dei pitoni», sacro al dio Dangbe, sorge proprio dinnanzi a una chiesa cattolica, la basi- lica dell’Immacolata concezione. All’interno del tempio sono cu- stoditi centinaia di pitoni reali, Strano paese, che si allunga tra il golfo di Guinea e il Sahel. Dove la religione tradizionale ha ancora un’influenza importante sulle persone. Non sem- pre positiva. Dove un popolo vendeva l’altro come schiavo, ora si celebra la porta del non ritorno. Dove chi ha un difetto fisico è spesso emarginato. Testi e foto di VALENTINA TAMBORRA 10 giugno 2020 MC UNA STRISCIA TRA TERRA E MARE

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