Missioni Consolata - Marzo 2020

Lamissione è un corpo vivo Missione & Missioni T utti siamo chiamati alla santità, ognuno con i propri carismi è sacerdote, re e pro- feta nel servizio per «l’Altro da noi», cioè Dio, e per i fratelli. L’8 settembre 2019 partiamo per Johannesburg, in Sudafrica. L’evangelista Luca ci mostra che Dio non inter- viene nelle vicende umane utilizzando gli uomini come burattini e il mondo come un teatro. Le di- namiche della storia possono essere spiegate in termini puramente umani. Chi pensa che Dio muova la storia indirizzandola sui percorsi che Lui vuole, non è lontano dal vero, benché forse sia un po’ semplicista. È più corretto dire che Dio agisce all’interno di una storia che comun- que segue le sue logiche. Fuori dalla logica di fede si potrebbe anche dire che la storia di- pende solo dal caso, ma con gli occhi della fede, il credente vede Dio all’opera. Il 9 settembre, dunque, atterriamo in Sudafrica e visitiamo la missione dei missionari della Conso- lata. L’esortazione apostolica Evangelii Gaudium del 2013, qui appare chiarissima: la missione è gioia. Il papa in quel testo fa alcuni esempi presi dalla sua esperienza: «Posso dire che le gioie più belle e spontanee che ho visto nel corso della mia vita sono quelle di persone molto povere che hanno poco a cui aggrapparsi. Ricordo an- che la gioia genuina di coloro che, anche in mezzo a grandi impegni professionali, hanno sa- puto conservare un cuore credente, generoso e semplice». Nello stesso 9 settembre ci avviamo in auto verso un’altra nazione, lo Swaziland (dal 2018 eSwatini, ndr ). Ai missionari che operano in quel paese, dedichiamo una citazione del messaggio del papa per la giornata missionaria mondiale del 2019: il missionario non è un supereroe, ma una persona normale che per amore «si mette in movimento, e spinto fuori da se stesso è attratto e attrae, si dona all’altro e tesse relazioni che generano vita». Il 10 settembre siamo dal vescovo del luogo che ci confida che la sua missione è sempre un an- dare all’incontro dell’altro e, in modo partico- lare, all’incontro di colui/colei che non si sente degno. Per lui «la Parola si è fatta carne» è un’e- spressione che descrive bene quel Dio venuto incontro a noi nella nostra fragilità. di Paola e Giuseppe Paola e Giu- seppe, che vo- gliono mantenere l’anonimato, condivi- dono una riflessione sulla missione a par- tire da una loro esperienza in eSwatini. © Paola e Giuseppe © Paola e Giuseppe 76 amico marzo 2020 MC

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