Missioni Consolata - Marzo 2020

Dall’Alto Congo alla periferia di una città coreana APPRENDISTA «COREANO» COREA DEL SUD MC A mio superiore ne ha parlato con il vescovo John Baptist della dio- cesi di Incheon, nella quale ab- biamo la nostra casa di Yeogkok-dong, e mi ha mandato come viceparroco alla parroc- chia di Eunhaeng-dong, una cit- tadina a Est di Incheon. Qui, per due anni ho goduto la bellezza del vivere in una Chiesa cattolica molto diversa da quella a cui ero abituato in Congo e la gioia del- l’incontro con il popolo coreano per quel che riguarda il cibo, la cultura, la lingua e tanto altro. Il numero di cose che ho impa- rato è semplicemente sorpren- dente. Pur con le mie difficoltà di comunicazione, ho apprezzato quanto le persone siano state pazienti e pronte ad ascoltare. Questo mi ha incoraggiato a continuare a imparare sempre di più e meglio. Oggi ho maggior confidenza nel parlare, mi sento più a mio agio nel capire e più si- curo anche nel celebrare la messa e predicare. VICEPARROCO Vivendo nella parrocchia, sono stato coinvolto in tutte le attività: messe quotidiane (con l’omelia), confessioni, visite ai malati e un- M i chiamo Stephano Nabgaa Baban- genge, nativo di Wamba nel Nord della Repubblica democratica del Congo. Sono diventato sa- cerdote dei missionari della Consolata nel 2014 e subito dopo inviato alle nostre missioni in Corea del Sud. Dopo aver concluso, almeno a li- vello scolastico, i tre anni di stu- dio della lingua, avevo bisogno di entrare in profondità sia nella cultura coreana che nella Chiesa locale che ammiravo anche se un po’ da lontano. Presto fatto. Il Ho imparato a essere missionario inserendomi come assistente parroco nella vita pastorale della comunità cristiana di Eunhaeng-dong. Testo e foto di STEPHANO NABGAA BABANGENGE 59 MC

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