Missioni Consolata - Giugno 2019

voi; anzi, vi sarà dato di più» (Mc 4,24; Lc 12,31). Essere un augurio per gli altri si- gnifica fare della generosità il di- stintivo che rende riconoscibili. Come il Cristo risuscitato, che ogni volta che si manifesta ai suoi discepoli dice loro: «Pace a voi» (Gv 20, 19.21.26). Il suo non è un augurio, ma un dono. La pace può essere un dono solo quando è espressione di tutta la vita della persona, altrimenti è solo un suono. Chi dona pace non solo comunica gioia, ma ar- ricchisce la propria: «Perché la nostra gioia sia perfetta» (1 Gv 1,4). La pace, l’ebraico shalòm , nel mondo semitico ha un signifi- cato molto più ampio di quello conosciuto in Occidente, infatti include tutto quel che di buono e bello rende appagata la persona, dalla pienezza di salute all’a- more, dal lavoro al benessere: la felicità. Per questo in quella cul- tura, come in quella africana in genere, il saluto augurale, non è mai espresso solo verbalmente, ma sempre accompagnato da un dono, che può essere un dolce, una bevanda, un frutto, per con- tribuire alla felicità e alla gioia di chi riceve il saluto. Per questo quando Gesù dona pace, regala felicità, e quel che aveva pro- messo non rimane un augurio, ma diventa realtà, affinché «la vostra gioia sia piena» (Gv 15,11; 16,24). I Vangeli invitano a es- sere portatori di questa pace: «In qualunque casa entriate, prima di tutto dite: “Pace a que- sta casa!”», (Lc 10,5) affinché questa raggiunga tutti gli uomini. Ringrazio di cuore e saluto fra- ternamente padre Matthew e padre Roberto, i due confratelli che da tempo sono auguri per questa gente, in mezzo a questo popolo. Coraggio e avanti in Domino! Stefano Camerlengo superiore generale IMC MC A KENYA: QUALCHE INFORMAZIONE PER CAPIRE I l Kenya è situato nella regione centrorientale dell’Africa, a cavallo dell’equatore. Ricopre una superficie di 582.546 km 2 e ha oggi una popola- zione di 52.051.295 abitanti (stima al 5/5/2019 del Population Clock ). È caratterizzato da 44 gruppi etnico-linguistici tra cui i Kikuyu e i Luo (le due etnie più numerose), gli Akamba, i Meru, i Masai, i Sam- buru, i Turkana, i Borana, ecc. comprese anche le due «tribù» dei Wazungu (cioè quelli che noi di- ciamo i «Bianchi») e degli Asiatici. Le lingue ufficiali sono lo swahili e l’inglese. Per quanto riguarda le religioni : i keniani sono per il 47% cristiani protestanti, per il 25% cattolici, per il 12% di chiese indipendenti africane, per l’11% mu- sulmani e per il 5% sono tradizionali, atei o di altre religioni ( dal censimento del 2009 ). Il Kenya è un paese indipendente dal 1963 ed è una repubblica presidenziale la cui capitale è Nairobi. La moneta è lo scellino e i prodotti principali sono il caffè, il tè, il granoturco, fiori e ortaggi per esporta- zione e il bestiame. Le malattie più diffuse sono la malaria, l’amebiasi, la bilharziosi, la tubercolosi e, in questi ultimi anni, l’Aids. La mortalità infantile è passata da 119 su 1000 nati vivi nel 1960 a 37 su 1000 nel 2017 (in Ita- lia 3 su 1000); la vita media si aggira intorno ai 64 anni (fine 2017 - Italia 82) e l’analfabetismo (sopra i 15 anni) è circa del 22% nel 2015.

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