Missioni Consolata - Giugno 2019

qualche manciata di miliardi di im- port export, ma per il dominio del- l’economia mondiale che si gioca su due piani: la supremazia tecno- logica e la capacità di dominare le rotte commerciali. L’Italia sulla «Via della seta» Il tema delle rotte commerciali ci porta al progetto cinese inizial- mente chiamato «Via della seta» e poi ribattezzato Road and Belt Ini- tiative (in sigla Rbi) che potremmo tradurre come «Progetto di cin- tura stradale». Un progetto farao- nico che ha il duplice scopo di rafforzare la rete stradale che col- lega la Cina all’Europa e quindi all’Asia Occidentale e di rafforzare le infrastrutture marittime dei paesi asiatici, africani ed europei. Il tutto per permettere alla Cina di espandere i suoi rapporti commer- ciali ( come nella mappa sotto lo sguardo del presidente Xi Jinping ). Il costo totale del progetto, spal- mato in più anni, è stimato in 8.000 miliardi di dollari e sarà so- stenuto in parte dai governi che aderiscono all’iniziativa, in parte dal governo cinese. Più in partico- lare il governo cinese partecipa sia con investimenti diretti che con prestiti. Al 2017 si stima che il go- verno cinese abbia investito nel progetto 350 miliardi di dollari di cui 70 sotto forma di investimenti diretti e 280 sotto forma di pre- stiti. Su proposta del governo ci- nese, nel 2015 è stata istituita an- che l’ Asian Infrastructure Invest- ment Bank (Aiib) come ulteriore strumento di finanziamento delle opere progettate nell’ambito della Road and Belt Initiative . A essa partecipa anche l’Italia per il tra- mite di «Cassa depositi e prestiti», che detiene il 2,58% del capitale sociale della banca pari a 2,5 mi- liardi di euro. Ed è stato proprio per rafforzare questo rapporto di collaborazione che, a marzo a Roma (e poi ad aprile a Pechino), il governo italiano ha firmato con il presidente cinese Xi Jinping un Memorandum d’intesa . «Le parti - è scritto nel documento - esplore- ranno modelli di cooperazione di reciproco beneficio per sostenere la realizzazione del maggior nu- mero di programmi inseriti nella miti e vincoli alle imprese estere che vogliono entrare nel capitale delle imprese cinesi. Uno degli ob- blighi più odiosi, a detta delle au- torità americane, è quello di dover condividere i segreti industriali. Dunque, la questione tecnologica torna e ritorna, facendoci capire che è il vero nodo attorno al quale ruota l’intero contenzioso fra Cina e Stati Uniti, come del resto è con- fermato anche dal caso Huawei. Il caso Huawei Fra le più grandi multinazionali del mondo attive nel campo delle te- lecomunicazioni, delle reti e dei di- spositivi informatici, c’è la Huawei, un’impresa cinese a proprietà col- lettiva, addirittura posseduta dai lavoratori stessi. Ma il condizio- nale è d’obbligo visto la cortina di segretezza che avvolge la Cina. Nata come impresa privata nel 1987, Huawei ha avuto uno svi- luppo rapidissimo, con filiali sparse in tutti i continenti. Si narra, ad esempio, che sia di Huawei la tecnologia usata nei 16 mila uffici postali distribuiti in Ita- lia. Uno degli ambiti in cui Huawei sta avanzando di più è quello del 5G anche detto «internet delle cose», la tecnologia dell’avvenire che permetterà di controllare a di- stanza elettrodomestici e macchi- nari nelle nostre case, uffici, stabi- limenti. Huawei è nel mirino del governo americano già dal 2012, con l’ac- cusa di spionaggio e pirateria indu- striale. Ma recentemente è stata anche accusata di mantenere rela- zioni economiche con l’Iran con- travvenendo alle sanzioni imposte dagli Stati Uniti. Per questo il 1° di- cembre 2018, Meng Wanzhou, alto dirigente di Huawei, è stata arrestata mentre era di passaggio in Canada e successivamente estradata negli Usa, dove dovrà ri- spondere di 13 capi d’accusa che vanno dallo spionaggio alla truffa finanziaria. Non contento, Trump ha anche chiesto ai paesi occiden- tali in rapporti commerciali con Huawei di sospendere qualsiasi re- lazione economica con questa im- presa. Dunque i rapporti fra Cina e Usa sono al calor bianco e non per Rbi». Beneficio che, nel caso della Cina, si traduce nell’interesse a rafforzare la propria presenza nelle società che gestiscono porti e autostrade d’Italia, senza dimen- ticare che già detiene il 5% di So- cietà autostrade e il 49% della so- cietà che gestisce il porto di Vado presso Savona. Quanto all’Italia il suo interesse è sia industriale che finanziario. Da un punto di vista in- dustriale l’interesse è quello di fare realizzare ai cinesi opere che altrimenti non potrebbero decol- lare per mancanza di fondi italiani. Un esempio è l’ampliamento del porto di Trieste. Da un punto di vi- sta finanziario è quello di aprire nuove opportunità di affari per il sistema bancario italiano. E poi, chissà, se la Cina diventasse amica potrebbe anche comprarsi un po’ di debito pubblico italiano, consi- derato che già possiede il 5,6% del debito pubblico americano (circa 1.100 miliardi di dollari). Lotta tra giganti In conclusione, ha ragione l’Ame- rica o la Cina? In una logica di espansione hanno ragione en- trambi. L’America, che rappre- senta chi è già gigante, vuole man- tenere il primato imponendo al mondo intero le regole del gioco che vanno bene ai giganti. La Cina, che sta cercando di diventare gi- gante, vuole raggiungere il pri- mato con metodiche di concor- renza protetta. Tutt’intorno i paesi minori come l’Italia che, non sa- pendo come finirà, cercano di es- sere amici dell’uno e dell’altro, go- dendo intanto di ciò che la situa- zione può dare. Il problema è che ciò che conta, ossia la dignità delle persone e la tutela del Creato, non è al centro dell’attenzione né di una parte, né dell’altra. Come paesi minori, forse è proprio questo che dovremmo fare: speri- mentare nuove formule economi- che non orientate alla conquista, ma alla tutela delle persone e della sostenibilità in spirito di coo- perazione e solidarietà. Ma, per riuscirci, dobbiamo uscire dalla lo- gica delle bandiere e dell’accumu- lazione ed entrare in quella del ri- spetto. Francesco Gesualdi GIUGNO2019 MC 61 • Commercio mondiale | Cina | Stati Uniti | Dazi • R MC

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=