Missioni Consolata - Giugno 2019

stiamo insieme e affrontiamo que- sta situazione attraverso la denun- cia, ma anche la solidarietà e l’in- tegrazione tra noi, perché vede- vamo che era meglio affrontare i problemi tutte insieme e con molto cuore. Volevamo dire cosa stavamo subendo e meritavamo che ci rispettassero». Juana e le compagne hanno ini- ziato a creare la Red, un modo di unire le associazioni di donne di Nebaj per fare massa critica e por- tare avanti la battaglia per i diritti. Una rete per le donne «Iniziammo un cammino a livello organizzativo, ma anche di grande impegno come donne per poter essere soggetti dei nostri diritti. Iniziammo a costruire la Red nel 2005, fino a legalizzarla nel 2010. Questo processo ci ha segnate for- temente. Nel 2007 ci fu una tappa importante per decidere cosa fare: proseguire la lotta, ponendo così a rischio le nostre vite, e quella delle nostre famiglie, op- pure ignorare le persecuzioni, come se non fosse successo nulla. Anche grazie all’accompagna- mento internazionale da parte della Ong Cisv, non ci siamo sen- tite sole, ma supportate e aiutate a fare il lavoro organizzativo». I dubbi erano forti: cosa avrebbe implicato questo impegno? «Oc- correva affrontare il sistema di giustizia: che conseguenze avrebbe avuto nella vita di una donna indigena maya, povera, il fatto di denunciare una violenza subita? E fino a dove questo si- stema ci escludeva dal diritto di accedere alla giustizia? Queste do- mande ci spinsero a conoscere meglio il sistema. Avevamo diritto che la nostra denuncia fosse ascol- tata». Juana nel frattempo ha pro- seguito gli studi laureandosi in Legge e in Scienze sociali. In que- sto modo si è dotata anche di stru- menti, come l’interpretazione legi- slativa, che il «nemico», chi sta al potere, sa maneggiare bene. Il percorso con l’Ong Cisv di Torino si è rivelato fondamentale per la Red. «Con Cisv abbiamo iniziato lavorando sui diritti umani e, in particolare, i diritti della donna. Il lavoro è stato orientato a promuo- vere i diritti, difenderli e proteg- gerli. Ma è stato pure fatto un la- voro integrato per l’ empowerment (acquisire competenze per miglio- rare l'equità e la qualità della vita, ndr ) delle donne e per invitarle a denunciare la violenza quotidiana che subiscono, per avere la pro- pria autonomia». Juana ripercorre quelle fasi: «Si è rivelato importante il lavoro con operatori di giustizia, autorità co- munitarie, società civile, autorità educative. Perché vediamo che già a questi livelli si iniziano a violare i diritti. Occorre lavorare affinché le donne denuncino le violazioni dei GIUGNO 2019 MC 11 pria vita nel 2004 e oggi vive sotto scorta. La incontriamo a Torino, di passag- gio per andare a Ginevra, invitata al Festival internazionale dei film sui diritti umani. Juana è pure al vertice della Defensoria de la Mujer I’x , centro di appoggio per donne vittime di violenza di ge- nere e punto di riferimento per la lotta contro l’impunità. Juana si racconta: «A causa di un caso di violazione che affron- tammo nel 2004, mi sentii molto coinvolta, e capii l’importanza della nostra partecipazione come cittadine e anche del fatto di fare valere i nostri diritti. Così iniziai a separare il mio impegno tecnico da quello militante, che andava crescendo. Cominciammo a co- struire questa rete per necessità, perché iniziammo a essere vittime di una persecuzione politica molto forte da parte di attori importanti e potenti nel comune. E questo ci portò a verificare fino a che punto noi donne potevamo unirci e rea- gire a queste persecuzioni. Tentavano di ucciderci anche a li- vello organizzativo, perché ci op- ponevamo e resistevamo di fronte a questa situazione di violenza e impunità. Eravamo oltre 300 donne maya e prendemmo una decisione molto forte, ma con molta paura, perché c’era oppres- sione, persecuzione. Ci dicemmo: venga quello che deve venire ma MC A • Diritti umani | Femminicidi | Elezioni | Società civile • A sinistra : gruppo di donne della Red po- sano davanti alla Defensoria. Sull’ombrello la scritta: «Conosci i tuoi diritti. Esigili». Qui : Juana Bacá Velasco, direttrice della Red e della Defensoria, durante un’intervi- sta in Guatemala. #

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=