Missioni Consolata - Aprile 2019

Islamismo politico nella rivolta Le agende occidentali anti Gheddafi e i suoi pro- getti contro il neocolonialismo in Africa hanno trovato pronti e validi alleati in tutti quei, nemici che il Colonnello si era creato nei 40 anni di po- tere, tutti appartenenti, sostanzialmente, alle classi medio alte che le politiche di nazionalizza- zione portate avanti avevano profondamente danneggiato: progressisti, conservatori neoliberi- sti, islamisti aderenti a movimenti del- l’islam politico conservatore e neoli- berista. Per gli islamisti e i comuni- sti c’era l’aggravante delle persecu- L a Libia è tutt’altro che un paese unito e «democratizzato», come s’affannavano a descriverla tra la fine del 2011 e il 2014 i governi e i media occidentali: con la fine della jamahiriyya e l’assenza di un governo cen- trale riconosciuto da tutti, il paese si è trasfor- mato in un rompicapo di regioni, qabile , città, gruppi, fazioni, tanti stati nello stato, mini sistemi feudali di potere e alleanze, tutti armati e con proprie milizie. Il paese è ostaggio di uomini ar- mati, famiglie, partiti, islamisti, bande criminali. L’antica e mai sopita rivalità tra Tripolitania e Ci- renaica, e tra le decine di qabile o gruppi etnici di cui si compone in gran parte la Libia fin dai tempi antichi, è riesplosa in modo devastante, aggra- vata dalla continua ingerenza politica ed econo- mica delle potenze occidentali. Un paese fram- mentato e sofferente di cui non si può prevedere un futuro né prossimo né lontano. Nelle città e nelle regioni di confine gli scontri hanno sovente come obiettivo il controllo di traf- fici illeciti: droga, petrolio, migranti. Intere aree della Libia, al Nord come al Sud, vivono della tratta degli immigrati provenienti dalle regioni subsahariane (Cfr. MC marzo e aprile 2018). Si tratta di una economia criminale emersa durante gli anni di guerra civile e che si radica sempre di più. 48 MC APRILE2019 D Il paese non paese DI A NGELA L ANO Al contrario di un paese pacificato, la Libia vive oggi profonde divisioni. Il territorio è controllato da milizie e bande criminali che vivono di traffici vari. I fronti dei nemici di Gheddafi, dagli islamisti politici neoliberali ai comunisti ai jihadisti infiltrati, finita la guerra hanno iniziato a combattersi tra loro perché mancava un progetto politico comune. E nonostante le intelligence occidentali temessero l’ascesa dell’islamismo radicale, non esitarono a finanziare i jihadisti. DOPO LA GUERRA, IL CAOS Qui : un soldato ribelle mostra il segno di vittoria alla notiza che il contrattacco di Gheddafi per la conquista della città di Ajdabiya è fallito, il 2 marzo 2011. © Marco Longari / AFP D

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