Missioni Consolata - Aprile 2019

I n concomitanza con le «primavere arabe» in Tunisia, Egitto e altri paesi, anche la Libia del colonnello Muammar al-Gheddafi a febbraio del 2011 viene travolta dalla rivolta «popo- lare»: le proteste scoppiano a Bengasi e si diffon- dono in altre città, scatenando scontri tra le forze di sicurezza governative e gli insorti. A marzo, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite auto- rizza una no-fly zone sulla Libia e attacchi aerei per «proteggere i civili» di cui la Nato assume il co- mando, sotto lo slogan « responsibility to protect » (responsabilità per proteggere). A luglio, l’ Interna- tional contact group on Libya riconosce ufficial- mente come governo legittimo il principale gruppo di opposizione, il Consiglio nazionale di transizione (Cnt), formatosi a febbraio 2011. Ad agosto, forma- zioni militari di rivoltosi addestrate da Francia, Gran Bretagna, Qatar e Usa, delle quali fanno parte membri di al Qaida, appoggiati dai bombar- damenti della Nato, entrano a Tripoli dichiaran- done la «liberazione». Delle gesta di queste truppe, parla Sam Najjar, un combattente libico-irlandese, nel suo libro « Soldier for a summer ». Con Najjar abbiamo dialogato sui 38 MC APRILE2019 D Primavera o inverno? DI A NGELA L ANO La sollevazione popolare libica del 2011 fu diversa dalle altre Primavere arabe. Preparata all’estero da esuli. Le prime rivolte scoppiano a Bengasi, da sempre città ribelle al regime di Gheddafi. Per impedire il «bagno di sangue» l’Onu autorizza un intervento militare occidentale. Gheddafi viene catturato e ucciso dai rivoltosi. La moti- vazione della Nato è «proteggere i civili libici», vittime di massacri e stupri di massa. L’INSURREZIONE DEL 2011 E L’INTERVENTO DELLA NATO © Mahmud Turkia / AFP

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