Missioni Consolata - Aprile 2019

Poi, fortunatamente, grazie alle Chiese locali e alla generosità di molti benefattori, le famiglie hanno trovato alloggio in case prefabbricate o in appartamenti in affitto dove hanno vissuto al- meno fino alla metà del 2017. Una storia di persecuzioni Quella perpetrata dallo Stato isla- mico non era tuttavia la prima persecuzione subita dai cristiani iracheni. Il loro numero comples- sivo nel paese era già diminuito da un milione e 200mila fedeli nel 2003 ai poco più di 300mila del 2014. L’instabilità del paese in seguito all’inizio della guerra nel 2003 e alla caduta del regime di Saddam Hussein, ha significato l’inferno per la minoranza cristiana, schiac- ciata nel fuoco incrociato tra sun- niti e sciiti e direttamente perse- guitata. In città come Baghdad, Bassora, Kirkuk, Mosul, tante famiglie cri- 2008, né il suo segretario, padre Ragheed Ganni. Padre Ragheed non aveva voluto arrendersi alle minacce di chi gli intimava di chiudere la sua chiesa dello Spirito Santo a Mosul. È stato ucciso il 3 giugno, al ter- mine della Messa. «Ti avevo detto di chiudere la chiesa. Per- ché non l’hai fatto?», gli ha do- mandato uno dei suoi assassini. «Come posso chiudere la casa di Dio?», ha risposto lui prima di soccombere al fuoco dei proiet- tili. Non vi è dunque da stupirsi se nei lunghi mesi tra il 2014 e il 2017, molti cristiani hanno lasciato il paese in preda allo sconforto e a causa della mancanza di prospet- tive future. Poi però con la liberazione della piana di Ninive e la ricostruzione delle case cristiane è avvenuto un vero e proprio miracolo. Lo stesso che oggi si attende a Mosul. Marta Petrosillo stiane si sono viste recapitare messaggi minatori sull’uscio delle proprie case e, col passare del tempo, hanno dovuto rinunciare alla Messa di Natale nella sera del 24 e a fare l’albero e il presepe se non all’interno delle proprie case. Alcuni cristiani hanno dovuto pa- gare la jizya , sono stati espro- priati delle loro terre e le donne si sono abituate a coprire il capo con un foulard, per confondersi tra le musulmane. Numerosi rapimenti e uccisioni di fedeli, sacerdoti e perfino vescovi hanno segnato gli ultimi anni della vita dei cristiani in Iraq. Uccisi in odio alla fede A Mosul, uno dei simboli del mar- tirio cristiano in Medio Oriente, dopo la caduta di Saddam sono stati uccisi in odio alla fede oltre mille cristiani. La persecuzione non ha risparmiato né l’arcive- scovo caldeo monsignor Faraj Rahho, rapito e poi ucciso nel In basso a sinistra : il papa firma la Lambor- ghini ricevuta in dono dalla casa costrut- trice e venduta dal pontefice per donare il ricavato a progetti di solidarietà. Qui : Qaraqosh, giugno 2018, madre e fi- glia della famiglia siriaca Bassim davanti alla loro casa ricostruita con l’aiuto di Acn. Sotto : distretto di Ankawa, dicembre 2014, bambini al centro «Werenfried» dove sono stati allestiti 150 caravan in Pvc per uso abitativo d’emergenza per gli sfollati co- stretti a lasciare le loro case dall’Isis. # MC R © Acs - Aiuto alla Chiesa che soffre © Acs - Aiuto alla Chiesa che soffre

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