Missioni Consolata - Aprile 2019

Ho trovato molta ospitalità, genti- lezza e anche i primi segni di spe- ranza. A gennaio 2019 l’Università di Bo- logna ha annunciato una campa- gna di scavo archeologico sulle ro- vine di Ninive, l’antica capitale As- sira che sorgeva proprio nell’o- dierna Mosul. La Trevi ha vinto un ulteriore ap- palto per il prolungamento dei la- vori sulla diga di Mosul, fondamen- tale per l’approvvigionamento idrico ed elettrico della città, che - al momento - continua a essere di- pendente dai generatori diesel. Fuori dal centro storico distrutto un piccolo nuovo centro sta rina- scendo, i commercianti hanno tro- vato uno spazio dove sistemare il bazar, i giovani sono tornati a iscri- versi all’Università e i ragazzini sal- gono in cima alle colline per farsi dei selfie con la valle del Tigri alle spalle. Le giovani coppie sulle pan- chine bevono succo di melograno fresco comprato dai venditori am- bulanti, che piano piano stanno ri- prendendo a vendere i propri pro- dotti in giro. Scene di vita normali in un luogo che, negli ultimi anni, di normale ha avuto pochissimo. Lasciando Mosul, tra i saluti e le raccomandazioni di chi ho intervi- stato, mi si chiede di raccontare di come sono stato accolto. Mi si chiede di dire, a chi incontrerò, che qui sognano un giorno di ospitare nuovamente viaggiatori e scam- biare con loro due chiacchiere da- vanti a un bicchiere di tè. Sperando che Mosul possa tornare quello che è stata, un collegamento tra genti e culture diverse. Angelo Calianno L’ AUTORE Nato a Cisternino (Brindisi), Angelo Ca- lianno da anni scrive da luoghi in con- flitto in Medioriente, Asia e Africa. Per MC ha scritto un reportage dall’Afgha- nistan pubblicato a maggio 2018 e re- peribile sul sito della rivista. I RAQ 2 Nelle pagine seguenti - nell’ambito della rubrica sulla «Libertà religiosa» - parliamo ancora di Iraq. Succo di melograno (ma nessuna ricostruzione) Mosul oggi versa in uno stato di povertà estrema: non essendoci ri- costruzione, non c’è lavoro. Sono circa 300mila le persone che sono scappate da qui. Tanti vanno a Er- bil, capitale del Kurdistan, spe- rando di trovare un lavoro, altri tentano di passare illegalmente il confine con la Turchia. Le Nazioni Unite hanno stimato che per ricostruire la città sarebbe necessario un miliardo di dollari. Purtroppo, Mosul non è l’unica emergenza che necessita di aiuti umanitari in Iraq. C’è un altissimo numero di rifugiati che arriva dalla Siria, senza contare i cosiddetti «ri- fugiati interni», cioè tutte quelle persone a cui è stata distrutta la casa o il villaggio durante l’occupa- zione dell’Isis e che - da quattro anni - vivono nelle tende, nei campi profughi. Una cosa che non ho incontrato a Mosul, a differenza di molti altri luoghi in guerra, è stato qualcuno che mi chiedesse denaro per strada, cosa molto comune in si- tuazioni del genere. Ho trovato in- vece nei racconti della gente, in- sieme alla tristezza, molta fierezza. IRAQ Qui sotto : ragazzi per le strade di Mosul salutano l’autore di questo reportage mentre scatta una foto. #

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