Missioni Consolata - Aprile 2019

N ell’estate del 2014 gli uomini dell’Isis entrano nella città di Mosul, in Iraq. Dalla grande mo- schea di Al-Nuri, il terrorista Abu Bakr Al-Baghdadi si autoproclama «Califfo dello Stato islamico» e di- chiara il jihad contro l’Occidente. L’occupazione di Mosul dura tre anni. Anni in cui chiunque non ri- spetti le rigide regole degli uomini dell’Isis, chiunque non sia musul- mano sunnita, chiunque non si ve- sta in modo appropriato o sempli- cemente abbia un’antenna satelli- tare o ascolti musica occidentale, viene severamente punito, tortu- rato, a volte ucciso. Molti fuggono con la famiglia e chi non ce la fa, cerca di uscire il meno possibile da casa, sopravvivendo come può. Come la città di Kirkuk per il petro- lio, Mosul è una città chiave in Iraq REPORTAGE DA MOSUL Le bombe non conoscono religione Dalla famosa moschea di Al-Nuri, oggi distrutta, Al-Baghdadi ha fatto conoscere al mondo l’Isis (il Daesh). Era il 4 luglio del 2014. Mosul è stata liberata tre anni dopo, il 9 luglio 2017. Di quella città oggi è rimasto un gigantesco cumulo di macerie e migliaia di persone senza casa. E senza attenzione mediatica: Mosul ormai è sparita dalle prime pagine. per le sue riserve d’acqua. A circa 50 km da qui infatti sorge la diga di Mosul, la più grande del paese e la quarta in tutto il Medioriente. La diga, che sbarra il corso del Tigri, prima dell’occupazione forniva energia elettrica a due milioni di IRAQ Testo e foto di ANGELO CALIANNO MC A Sotto : Mahmoud mostra le case distrutte nei vicoli di Mosul raccontando al colla- boratore di MC le storie di chi ci viveva. #

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