Missioni Consolata - Aprile 2019

Epilogo T ORINO , DUE SETTIMANE DOPO . È sera. Sto rincasando, quando sul bordo della strada scorgo un ragazzo africano che fa l’autostop. Mi fermo e lo carico. Mi ringrazia. Subito un odore dol- ciastro invade l’abitacolo. Deve essere qualche profumo che uti- lizza. È un ragazzo molto giovane, con lo smartphone e le cuffiette. Come tutti i giovani ascolta mu- sica. Dopo i primi minuti di silen- zio gli chiedo come si chiama e da dove viene. «Vengo dalla Sierra Leone e mi chiamo Jo». «Freetown?», chiedo io. Il nome della capitale del suo paese lo fa sussultare: «Sì - risponde sorri- dente - la conosci?». Ammetto: «Non ci sono mai stato, ma conosco dov’è. Io ho vissuto in West Africa, in Burkina Faso». Il giovane si scioglie, nel tempo di un istante si crea una sorta d’intesa. Mi racconta che è in Italia da due anni e due mesi, e lo dice con precisione. Ha fatto il viaggio del deserto e poi del Me- diterraneo. Ce l’ha fatta, lui. «Mi trovo bene qui», garantisce in un italiano mediocre. Le nostre strade si dividono e lo deposito sul marciapiede. È molto contento e non fa che rin- graziare. Lo saluto e vado via ve- loce nella notte. Ma subito penso a Michael, Biko, Evelyn e gli altri. I suoi conterranei che meno di due settimane fa ho incontrato a Nia- mey. Infognati in una terra di mezzo, senza più soldi e senza speranza. Con il sogno di una vita migliore infranto e nessuna voglia di tornare a casa a mani vuote. Loro non ce l’hanno fatta. Marco Bello con la collaborazione di Sante Altizio L’amaro in bocca Dopo aver parlato con diversi ra- gazzi, ascoltato le loro storie incre- dibili, di viaggi e di atrocità subite, prendiamo la nostra telecamera e li salutiamo. Sono contenti di aver condiviso la loro storia con noi, nonostante all’inizio ci fosse una certa diffidenza. Ce ne andiamo con l’amaro in bocca, per non po- tere far nulla di più che scambiare gli indirizzi mail. Biko ci scriverà una mail qualche tempo dopo. Alla fine sono rientrati in Ciad at- traverso l’aiuto dell’Oim (Organiz- zazione internazionale per le mi- grazioni). Ora stanno aspettando degli aiuti per la «reintegrazione». NIGER 18 MC APRILE 2019 A fianco : Niamey, cartelli sponsorizzati dall’Unione europea per dissuadere i migranti. Questo riporta la scritta «Atten- zione! Viaggiare senza documento d’i- dentità o il visto vi rende vulnerabili». Sotto : un commerciante trasporta grossi tuberi, igname, in un mercato a Niamey. # A RCHIVIO MC - N IGER • Marco Bello, «Ci legavano con corde e catene» , aprile 2018. • Marco Bello, Niger, frontiera d’Europa , marzo 2018. • Marco Bello, Chiesa, dialogo con- tro terrore , dicembre 2015.

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