Missioni Consolata - Aprile 2019

APRILE 2019 MC 15 MC A Monsignor Laurent Lompo, arcivescovo di Niamey, durante l’in- contro con MC, il 30 gennaio scorso, nei locali dell’arcidiocesi. # evitare che ci siano dei conflitti. Facciamo questo sforzo. Negli avvenimenti del 16 e 17 gennaio 2015, non abbiamo accusato la comunità musulmana. I respon- sabili erano persone manipolate. Noi lavoriamo affin- ché questo non accada, sia da parte dei cristiani, sia dei musulmani, perché il radicalismo si può vivere in tutte le religioni. È la comprensione estremista delle nostre religioni che chiude le porte all’apertura all’al- tro. La negazione dell’altro rispetto a noi: è questo che porta conflitto. Noi facciamo di tutto affinché questo non capiti, non raggiunga i diversi strati sociali. E ve- gliamo, nelle nostre due diocesi, che si mantenga tra i cristiani uno spirito aperto e non si generalizzi rispetto all’islam. Il radicalismo, qualsiasi sia il gruppo da cui nasce, diventa un qualcosa che interroga e in- quieta». Mons. Laurent, lei è il primo vescovo del Niger di nazionalità nigerina. Chi sono i cattolici in questo paese? «I cattolici sono presenti in Niger dal 1932 e penso che essi abbiano contri- buito molto all’educazione in questo paese. Attraverso l’insegnamento, at- traverso il dialogo della vita, la vici- nanza alla popolazione. E conti- nuiamo, malgrado il nostro numero li- mitato, a essere luce in questa società attraverso il lavoro ben fatto, il rispetto e l’accoglienza dell’altro senza pretese di convertire. Proclamiamo la nostra fede in Gesù Cri- sto che è il centro della nostra vita. Noi cerchiamo di imitarlo vivendo come lui ha vissuto, stando vicini alla gente come faceva lui. Collaboriamo molto con le altre chiese, le chiese prote- stanti evangeliche, da qualche anno sentiamo un certo ecumenismo. Questo è importante per noi, perché siamo minoranze in un periodo difficile, allora ci uniamo per proclamare la nostra fede, restando aperti al popolo nigerino. Facciamo questo sforzo e siamo molto contenti della collaborazione con gli evangelici. Realizziamo diverse attività insieme. Vogliamo che la nostra unità interroghi, in modo da essere portatori della buona notizia in questo popolo». Che rapporti avete con le chiese vicine? «Siamo in Conferenza episcopale con il Burkina quindi collaboriamo molto con loro. Abbiamo rapporti con la chiesa della Nigeria. Ci hanno chiesto come fare per vi- vere ancora più vicini ai nostri fratelli musulmani. Siamo stati io e monsignor Ambroise Oue- draogo (vescovo di Maradi) nella diocesi di Jos e siamo stati meravigliati nel vedere il lavoro che fanno i vescovi. Conti- nuiamo nella stessa linea per essere anche noi portatori di pace nel no- stro paese. Collaboreremo, perché condividiamo le stesse esperienze. Abbiamo avuto contatti anche con la chiesa algerina per le questioni della migrazione. Perché loro lavo- rano sul tema, e il passaggio di mi- granti in Algeria è importante». Marco Bello

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